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Screening al seno: sbaglia chi fa o chi non fa? | |||
di Michele Guccione - e-mail | |||
Una donna a Palermo, se vuole fare prevenzione contro il tumore al seno, nelle strutture pubbliche deve attendere oltre un anno per potersi sottoporre a visita e mammografia, pagando un ticket di 70 euro. Questo piccolo giornale ha trovato la disponibilità dell'Aiop e - finora - di quattro case di cura private e ha avviato una campagna di prevenzione gratuita per agevolare le donne che non possono permettersi né di aspettare un anno, né di pagare 200 euro presso una struttura non convenzionata. In un mese, grazie alla sensibilità delle cliniche Candela, Orestano, Demma (studio radiologico Cucinella) e La Maddalena, hanno potuto effettuare lo screening gratuito circa 400 donne. Queste strutture private hanno regalato loro 80 mila euro, e bisogna dargliene merito. Onestamente non pensavamo che il fabbisogno fosse così elevato. I centralini sono stati invasi da migliaia di telefonate, i posti disponibili si sono esauriti nel giro di poche ore, le lamentele e i sospetti rivolti alle ignare centraliniste sono stati eccessivi. Invece di apprezzare che si portino avanti con sforzi e spirito altruistico queste iniziative che suppliscono alle carenze del servizio pubblico, si preferisce lamentarsi o insinuare che sia una finzione. Una signora di 44 anni mi ha chiamato, dicendomi: "Il servizio pubblico con i suoi tempi d’attesa scoraggia chi vuole fare prevenzione, voi mi avete restituito speranza e fiducia nelle istituzioni". A questa e a donne che la pensano così abbiamo dato risposte. Noi siamo un piccolo giornale. Le cliniche hanno messo a disposizione gratis per le nostre lettrici medici e attrezzature che costano. Certo, per alcuni giorni a settimana, non si poteva di più. Non ci aspettiamo gratitudine, ma comprensione sì, e soprattutto fiducia, a confronto di chi avrebbe mezzi, uomini e risorse per fare di più e invece chiude le porte a chi ha bisogno inseguendo altri interessi. |
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