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Quando i beni di prima necessità diventano un lusso |
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di Viviana Cinque - e-mail | |||
Pannolini, omogeneizzati, libri scolastici, biancheria intima, farmaci. Beni di prima necessità che diventano un "lusso" per i piccoli ospiti di molte case alloggio di Palermo. Abbiamo sondato il terreno e raccolto lamentele e denunce da parte di tanti operatori delle cosiddette "case famiglia per minori". Mirta Genovese, Patrizia Vitale e Giovanni Giuliano, coordinatori, rappresentanti di cinque strutture, ovvero comunità alloggio Idea (11-16 anni), Gli elfi e le fate (bimbi da 0 a 5 anni), Casa Ofelia (mamme e figli vittime di maltrattamenti), Cerchio Magico e Tamburo di latta (0-5 anni) ci parlano dei problemi che devono affrontare. "I ragazzi - spiega l'assistente sociale Mirta Genovese - arrivano da noi perché allontanati da un contesto familiare inadeguato in cui spesso si consumano maltrattamenti e abusi. Il nostro desiderio è quello di offrir loro una condizione di vita migliore in cui la deprivazione non sia sempre in agguato. Mi piacerebbe dar loro la possibilità di sperimentare l'arte attraverso dei laboratori o di poterli portare a fare una gita, per non parlare della danza o delle attività sportive". Purtroppo molte di queste strutture si trovano in serie difficoltà economiche perché non ricevono i finanziamenti dal Comune, gli operatori non percepiscono stipendio da più di un anno e le poche risorse che hanno servono per far fronte alle spese di prima necessità. Non c'è spazio per il "superfluo", ovvero per tutte quelle attività ludico ricreative - normali e scontate per i nostri figli - fondamentali per la vita di ogni bambino e ragazzo. "Vorrei avere la possibilità di portare i miei 14 bambini al cinema per vedere un cartone animato oppure alle giostre", spiega Patrizia Vitale. Si avvicina la stagione estiva e gli operatori di queste comunità tremano all'idea di portare tutti questi bambini al mare. "Avremmo bisogno di tante cose - dice Giovanni Giuliano - specialmente in vista della bella stagione. Ospitiamo bimbi piccoli che non possono essere portati sugli scogli o in località non attrezzate. Necessitano di ombra e di basi d'appoggio dove poter cambiare il pannolino". Il sogno dei coordinatori è quello di avere un punto d'appoggio al mare, una cabina in spiaggia a Mondello che sarebbero disposti anche a dividere. Speriamo, che come succede nelle favole, i sogni diventino realtà. |
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