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A volte è buona sanità… a volte no | |||
di Diego Fabra - e-mail | |||
Una storia. La ragazza ha quindici anni. Alle spalle una delle tante condizioni cui, purtroppo, abbiamo fatto l'abitudine: genitori separati, sofferenza, liti. Lei, nonostante tutto, è solare. Sembra più grande dell'età che ha. Ha un'autentica passione per matite e colori, disegna fumetti e in essi sembra trasferire i suoi occhioni aperti sulla realtà. Viene per un problema di dolore alla schiena. La visito e la trovo affetta da una scoliosi evidente. Le parlo della necessità di affrontare il problema, anche con urgenza, per far sì che il problema non peggiori e che si attuino delle misure che compensino il dimorfismo. Lei comprende molto bene. E' di quelle che nella vita non si tirano indietro. Poi nutre fiducia in me e questo è un punto a favore della sua salute. Mi occorre la consulenza di un ortopedico. Dopo qualche tempo giunge con l'esito della visita, che inquadrava il problema in una semplice scoliosi da trattare con ginnastica correttiva. Le parlo del mio posturologo che si occupa principalmente di colonna vertebrale. Sembra convinta. Le dico di iniziare con una terapia individuale. Passano due settimane e la ragazza torna. Mi riferisce che il posturologo non la vuole trattare. Dopo aver iniziato il primo trattamento si è accorto, infatti, che la scoliosi non era il problema primario. A suo dire c'era dell'altro. La scoliosi doveva rappresentare, dunque, un meccanismo di compenso a una patologia di colonna che nel frattempo si era sviluppata. Le chiedo allora perché ciò non era emerso dalla visita specialistica. "L'ortopedico quasi non mi ha guardata… Ha parlato tutto il tempo con i miei, rassicurandoli". A questo punto chiedo un parere ad un mio amico, un fisiatra di fama. Conferma. Alla risonanza magnetica appare un'ernia discale lombare, da operare. La ragazza oggi sta bene e io ringrazio gli operatori veri della sanità. Quelli che visitano il paziente. |
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