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Fincantieri Calcio: tre generazioni in campo nel nome dello sport e del divertimento |
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di Gaetano Talluto - e-mail | |||
Padri e figli scendono in campo insieme con i... nonni. In questi giorni, infatti, prende il via una nuova iniziativa della Fincantieri, società calcistica palermitana che cura con molta attenzione il settore giovanile e che ha raggiunto risultati prestigiosi sia a livello regionale che nazionale, come conferma il titolo di vice campioni d'Italia dello scorso anno nella categoria Allievi, ragazzi di 15-16 anni. Per circa un mese, i ragazzi che frequentano la scuola calcio del sodalizio cantierino, ma anche giovani che vorranno in questo periodo avvicinarsi a questa realtà per iniziare un percorso sportivo o per trascorrere il tempo, sul glorioso impianto dell'Acqu-asanta, in via Giordano Calcedonio, avranno la possibilità di continuare i corsi per imparare a giocare a calcio anche con la presenza dei propri papà, dei fratelli maggiori e dei congiunti anche in avanti con gli anni, che così, in un paio di occasioni, potranno divertirsi a tirare calci ad un pallone senza alcun agonismo o preoccupazione per il risultato. "In questo finale di stagione sportiva - afferma Sebastiano Calì, presidente della Fincantieri - abbiamo pensato di offrire ai nostri ragazzi, ma anche a chi vuole avvicinarsi al mondo del calcio, la possibilità di continuare a divertirsi in campo, ma, nello stesso tempo, a farlo con i propri genitori, i propri nonni o fratelli maggiori. Un modo, sicuramente singolare, ma anche simpatico per far divertire le diverse generazioni, giocando e stando assieme su un campo di calcio e - perchè no? - di permettere a signori quarantenni o cinquantenni, non più agilissimi, di poter fare un po' di sport e di moto". Un'esperienza che si concluderà nei primi giorni di luglio e che potrebbe essere propedeutico, anche in vista della prossima stagione sportiva che prenderà il via a settembre. "Giocare a pallone insieme con mio figlio, con la supervisione di tecnici specializzati - afferma Maurizio Daniello, papà del piccolo Daniele, un "peperino" di nove anni - sarà sicuramente un'esperienza affascinante. Ogni tanto, con alcuni amici, mi ritrovo su un campo di calcetto per giocare la classica partitella tra scapoli ed ammogliati. Stavolta, invece, seguire direttamente le lezioni di una scuola calcio sarà senza dubbio un'esperienza particolare che, credo, mi permetterà di stare con mio figlio anche in un momento insolito, durante il quale l'allenatore rappresenta una sorta di maestro assoluto, dalle cui labbra i ragazzi pendono letteramente". |
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