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Abbiamo fatto centro. Ma che tristezza! | |||
di Diego Fabra - e-mail | |||
Non è certamente questa la ribalta che ci auguriamo di conquistare. Non è quella degli eroi del nostro tempo, dei martiri della mafia, delle "voci che gridano in un deserto", no. Noi vogliamo essere normali in un mondo di gente normale. Non è normale, per esempio, che qualcuno succhi il sangue di altri, gente che si trova nel bisogno e chiede aiuto. La vicenda da noi denunciata è una delle tante squallide storie di povera gente disperata, caduta nelle mani di "cravattari", termine figurato che indica bene l'atto del progressivo strangolamento compiuto dagli strozzini. In questo caso ciò che ha colpito l'opinione pubblica è la volontà del malcapitato di vendere un rene, per uscire fuori dalla vile e orrenda trappola tesa dagli usurai. Non era ciò che avremmo voluto raccontare nelle pagine del nostro giornale. Noi, come si sa, parliamo di salute. Ma la salute, bene supremo e inalienabile, è anche la serenità economica, la pulizia nelle strade, il rispetto delle leggi. Senza queste cose non c'è salute, e se non c'è salute nella nostra società, vuol dire che siamo tutti malati. Ciò che ammala la nostra società ammala tutti noi. Ecco cosa denunciamo noi; ecco cosa ha denunciato il nostro direttore, Michele Guccione. Ecco cosa continueremo a denunciare sempre più forte. Siamo malati, tutti, fino a quando c'è anche un solo uomo, nella nostra città, che pensa di vendere una parte del suo corpo per pagare altri uomini che lo minacciano. L'usura è un tumore sociale da estirpare, una gangrena da amputare. Noi di "nell'attesa" siamo finiti su tutti i giornali d'Italia. Non siamo contenti di questo. Anzi, siamo tristi. Perché esistono uomini vili. Le minacce dei vili non mettono paura, anzi: richiamano la solidarietà comune e innalzano la coscienza civile. Mettono solo tristezza, tanta tristezza. Immaginiamo i progetti sordidi di questi uomini di malaffare. Che pochezza. Riescono solo a pensare scenari di morte, pallottole al vento, cappotti di legno… Che pochezza!... La vita è ben altra cosa. |
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