anno 4
n. 13
6 aprile 2009
sommario


PRIMA 
- Editoriale
Tagliare ai poveri, mantenere ai ricchi (di Michele Guccione)
- Una riforma che premia la qualità e il merito (di Barbara Cittadini)

pag. 2: MEDICINA
-
Breast Unit, efficace strumento per combattere 
il cancro al seno
(di Guido Filosto)
- Screening al seno gratuito: adesso tocca alla "Maddalena"

pag. 3: MEDICINA
- Un'isola felice per i piccoli pazienti oncologici (di Giusy Egiziana Munda) 
- Tumori: segnali di speranza (di Giusy Egiziana Munda) 
- “Da grande voglio fare il medico”(di Alessandra Gualdani ) 

pag. 4:  RIFORMA SANITARIA
-
Cambia la norma, ma il cittadino sbiadisce sullo sfondo (di Giulia Valenti) 
- Esenzione del ticket per i minori
in adozione e sottoposti a tutela
(di Viviana Cinque)

pag. 5:  RIFORMA SANITARIA
- Alla riforma manca il vero fulcro: la persona  (di Viviana Cinque)
- PUNTI DI VISTA La salute non è un lusso (di Diego Fabra)
- Il ruolo dell'animazione nelle case di riposo per anziani  (di Angela Ganci)

pag. 6: CONSIGLIATI
- Consigliati

pag. 7: EVENTI
-
La Pasqua nei Comuni del Palermitano (di Pierpaolo Maddalena) 
- L'ANGOLO DEL LEGALE
Neoplasie: visita anticipata per l'accertamento dell'invalidità civile (di Margherita Misuraca) 
-
Annunci immobiliari

pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?
- Farmacie di turno

pagina 3 - MEDICINA
“Da grande voglio fare il medico”
di Alessandra Gualdani - e-mail

Nel corridoio del reparto di Oncoematologia in-fantile dell’Ospedale “Di Cristina” l'atmosfera è quella di una qualsiasi ludoteca: muri colorati, libri, giocattoli, matite e pennelli sparsi su piccoli tavoli, minuscole sedie a misura di bambino. Ci sono infermieri e volontari, ma soprattutto tante mamme con i loro piccoli, intenti a dipingere, disegnare o giocare al computer. 

Rosanna, mamma di Dario, ci racconta la sua storia: "Ho scoperto che Dario era malato nell'agosto del 2007. Fu il suo pallore a mettermi in allarme, cosi l'ho portato in ospedale per un controllo. Quando mi dissero cos'aveva, mi sentii spiazzata, come una bambina che non sa cosa aspettarsi. Mi feci spiegare tutto. I medici furono molto disponibili: ho sentito tanta umanità, non mi sono sentita in un ambiente freddo, ma trattata con molta attenzione. E' bastato poco perché s'instaurasse un rapporto amichevole con il personale: impari tutti i loro nomi, ci trascorri le giornate. Dario è consapevole, il sapere in anticipo di dover affrontare delle cure lo ha reso più coraggioso. Per me è stata una sorpresa vederlo affrontare la terapia con coraggio e maturità".

In effetti, il calore, diremmo quasi la familiarità che si respira all'interno del reparto è quasi tangibile, soprattutto tra le mamme, anche se non sempre si ha voglia di parlare del male che ha colpito i propri figli. La consapevolezza del dramma incombente rende chi ha un figlio ricoverato "particolarmente sensibile e fragile", come ci sentiamo ripetere da più madri. 

Cambiano anche le abitudini in casa, intanto "l'igiene assoluta, che dev'esserci nei confronti del bambino, perche immunodepresso e quindi a rischio d'infezioni". Fortunatamente, grazie all'ospedale e all'ASLTI, i genitori sono ben assistiti a livello psicologico. Parlando con le madri ci si rende conto di come i bambini siano assistiti bene, da tutti e con ogni mezzo. Fondamentale è sicuramente la comunicazione in tutte le sue forme. 

Dario con i suoi occhi vispi e il suo bel sorriso ci racconta che trascorre le giornate in ospedale giocando al PC con gli scacchi, in compagnia di altri bimbi e della sua mamma. La sua materia preferita è la matematica e da grande vorrebbe fare il calciatore come sport, ma come professione: "voglio fare il medico".

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