editoriale | |||
2009, che sia tenero
come una carezza e forte come la speranza |
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di Michele Guccione | |||
Quando l'editore mi ha proposto di assumere la direzione responsabile di questo Giornale, ho provato un profondo imbarazzo. Francesca Patanè, stimatissima testimone dei nostri tempi, con coraggio e professionalità ha ben condotto per diversi anni questa avventura editoriale unica nel panorama siciliano. Credetemi, raccoglierne il testimone non è facile. La ringrazio, anche a nome dell'editore, per tutte le "perle di saggezza" che con la Sua sensibilità ed esperienza ha saputo offrirVi, e spero di riuscire a mantenerne la qualità e lo spirito di servizio in questo nuovo corso che aumenterà il numero delle pagine, la tiratura, i punti di distribuzione e i servizi utili ai lettori. Trascorso il Natale e l'inizio d'anno osservando con preoccupazione, come tutti, il clima di crisi che ci sta condizionando, ho potuto constatare che non c'è famiglia che non stia vivendo la sua sofferenza: una persona cara gravemente malata, un figlio partito in cerca di lavoro, un cinquantenne che il lavoro l'ha perso, un precario che non ha certezze per sposarsi, un piccolo imprenditore al quale la banca ha chiuso il credito, una vittima di usura o racket o droga. Penso anche agli anziani e agli orfani privi di affetto, agli immigrati, a quanti dormono su marciapiedi e panchine, scaldati solo da un cartone e da un cane. Cresce il numero dei cittadini che perdono la possibilità di vivere dignitosamente, nell'indifferenza dei pochi che si arricchiscono a spese altrui. I peggiori mali sono diventati l'arroganza e l'insensibilità. Questa terra da decenni è governata secondo visioni del bene collettivo lontane dalle reali esigenze di chi vi abita. Il risultato è che oggi parlare ai lettori di speranza è diventato difficile. Cosa può fare un piccolo giornale come questo? Offrire servizi in tutti i campi e un'attenzione alla salute e al sociale che possano aiutare i lettori a superare le difficoltà quotidiane. Indicare, insomma, una soluzione. All'interno vi indichiamo le prime iniziative che nell'immediato siamo riusciti ad avviare. Contiamo di realizzarne tante altre. Lo ripeto, il giornale siete Voi, per cui dateci idee, indicateci esigenze, suggeriteci miglioramenti. Vorremmo, nel nostro piccolo, tendere una mano, alleviare le tante sofferenze che ci e Vi circondano. E allo stesso tempo vorremmo alimentare la speranza. La speranza che i più deboli possano avere voce e aiuto e che ogni giorno sempre più energie partecipino a questo progetto. Insieme si può. L'augurio che rivolgo a tutti è che il 2009 sia un anno tenero come una carezza e forte come la speranza. |
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