anno 4
n. 1 
12 gennaio 2009
sommario


PRIMA 
- Editoriale 2009, che sia tenero come 
  una carezza e forte come la speranza 

  (di Michele Guccione)
 
- Punti di vista
Se io fossi ricco… 
  (di Diego Fabra)
 

pag. 2: LE NOSTRE INIZIATIVE
- Appello al "cuore di Palermo": raccogliamo 
  30 mila euro per creare un fondo di garanzia
  per il microcredito 
- Uno "Sportello Amico" per risolvere 
   tutti i problemi
- Con Pasticceria Mazzara e ristorante 
   "Il giardino" aiutiamo la mensa dei poveri 
   di Casteldaccia

pag. 3: MEDICINA
- Influenza: qualche consiglio per chi non è
  vaccinato
(di Diego Fabra ) 
- Medicina omeopatica: uno scudo naturale
  contro il virus
(di Giusy Egiziana Munda)

pag. 4:  MEDICINA
-
Sono finite le feste: è tempo di rimettersi 
  in linea
(di di Anna Petronio) 
-
Inbox

ag. 5: L'ALTRA MEDICINA 

- Curarsi con l'ippoterapia  (di Giovan Battista
  Tripoli )
 
- Ippoterapia: una storia lunga oltre duemila anni

pag. 6: RUBRICHE
- Dallo Stato un aiuto per le famiglie a basso
  reddito
(di Vincenzo Barbaro)
- Consigliati

pag. 7: RUBRICHE
- Lavoro e previdenza L'evoluzione storica 
  del fenomeno associativo
(di Eugenio Scotto 
  Di Tella)

- Mangiarbene
Il carciofo, contro il logorio 
  della vita moderna!
(a cura dello Studio
  Nutrizione e Dietetica)


pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?
- Farmacie di turno
- Annunci immobiliari

punti di vista
Se io fossi ricco…
di Diego Fabra

Tra i sogni che si fanno fin da bambini uno dei più ricorrenti è immaginarsi ricchi. Dinanzi ad un periodo di forte crisi, come l'attuale, siamo in tanti a far questo sogno e tentare soluzioni facili e leggere, come la lotteria o il gioco. Come sarebbe una vita senza stenti? 

Il mio pensiero oggi non va tanto al benessere, all'agiatezza, alla tranquillità di chi vive e può metter da parte qualche soldo. No. Mi chiedo: cosa farei se fossi ricco. Uno di quei ricchi che comprano banche (comprensive di uomini e loro destini), o collezionano ville storiche di valore incalcolabile, come fossero soldatini di piombo, o francobolli…

Come potrei soffocare il disagio che potrebbe produrmi l'assillo delle notizie sulla povertà e sulla miseria in cui versa ormai la maggior parte degli italiani?... Giornali e telegiornali riportano gli elementi scarnificanti di una crisi economica pesante. La gente non arriva più nemmeno al dieci, altro che "27"!..

L'impoverimento conduce a non guardare feste, vacanze o acquisti se non attraverso avide finanziarie. Un figlio è un problema, una multa una tragedia, i licenziamenti pesano come mannaie.

Io, ricco, non potrei non conoscere tutto ciò, impegnato come sarei a tessere le fila di un'economia che mi deve garantire. Forse penserei con disagio che se la gente impoverisce l'economia va in recessione e gli utili della mia famiglia vanno in malora? O può esserci mente così delittuosa da pensare addirittura ad un profitto sulle disgrazie altrui? (ma ci sarà…). 

Credo che, in una condizione di estrema ricchezza, sarei preoccupato, avrei un senso di forte disagio. Eviterei di fare elemosine, che saprebbero di purga per la coscienza. Penserei invece che una condizione di livellamento garantirebbe tutti, un po' come quando la pressione o la glicemia smettono di avere picchi e depressioni per diventare più costanti e tranquille. 

Darei piuttosto un occhio alla cosiddetta "economia di comunione", quella in cui una parte dei profitti (credo un terzo) vengono destinati alle economie povere e sofferenti per dar loro ossigeno. Solo attraverso un apparente sacrificio delle ricchezze respireremmo tutti, ma occorrere buon senso, spirito di appartenenza alla nazione, intelligenza e cuore.

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