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Il tempo libero degli anziani non può essere solo business | |||
di Michele Guccione - e-mail | |||
Anticamente a Palermo il ritrovo diurno preferito dagli anziani delle periferie era la centralissima Birreria Italia in via Cavour, facilmente raggiungibile col filobus. Un bicchiere, un giornale, una partita a carte, quattro pettegolezzi e via: alle 18 in punto dal Teatro Massimo partiva il filobus diretto alla Rocca. A casa l'anziana moglie attendeva, era questo il suo compito principale. La chiusura della Birreria spostò i fulcri nelle stesse periferie, fino agli anni Settanta ancora lembi di cemento insinuati nelle campagne. Noi, piccoli nipoti che li seguivamo, ricordiamo ancora memorabili partite a bocce al Campo Gitto al Razionale, o i tornei di dama a piazza Vittoria sulle panchine in pietra che hanno inciso ancora oggi le trame delle scacchiere. Nugoli di anziani si formavano nei bar centrali delle borgate, a Molara, Ciaculli, Santa Maria di Gesù, Villagrazia, Boccadifalco, o nei circoli della caccia, degli agricoltori, dei patronati, dei sindacati e persino delle sezioni dei partiti politici dove si litigava ancora fra monarchia e repubblica. Negli anni Ottanta e Novanta è finito tutto, il raddoppio della circonvallazione che ha tagliato in due la città è diventato per gli anziani un confine difficilmente valicabile. L'urbanizzazione sfrenata ha inghiottito i circoli, la modernità non tollera vecchi "perditempo" e "poco paganti" seduti per ore ai tavolini dei bar. Il tempo libero degli anziani, se non è business non viene considerato da nessuno. Apprezzate iniziative pubbliche, quali il centro diurno di Tasca Lanza, le colonie estive e i contratti a tempo per il giardinaggio, hanno ceduto il passo a tante costose e quasi sempre spersonalizzate case di riposo. Oggi uno degli ultimi baluardi di una casa per anziani a dimensione umana, quello dell'ex Onpi di Partanna Mondello, deve resistere strenuamente all'assalto delle speculazioni. In attesa di verificare come saranno le residenze sanitarie assistite di cui viene annunciata la prossima apertura, non possiamo che salutare favorevolmente l'iniziativa di un privato illuminato che, gestendo una casa di riposo come se fosse la propria famiglia, ha deciso di aprire un centro diurno. Le famiglie che hanno difficoltà ad accudire i propri anziani, sanno che qui c'è possibilità di fare trascorrere loro piacevolmente la giornata, liberando la goduria estiva e vacanziera di figli e nipoti. Oggi Palermo ha tamponato così il problema. E domani? |
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