pagina 1 - EDITORIALE | |||
La nostra reazione al dominio dei farmaci | |||
di Michele Guccione - e-mail | |||
"Pigliate 'na pasticca, senti a me": è il famoso ritornello con cui Renato Carosone esortava a questo sbrigativo rimedio per ogni problema o pensiero. L'abbiamo preso in parola. La "pillola" sembra essersi talmente insinuata nella nostra quotidianità che non riusciamo più a fare a meno di prenderne una appena avvertiamo un qualche sintomo. Dal medico di famiglia andiamo a fare la fila non per chiedere consigli, ma per farci "scrivere le medicine": scorte e scorte di farmaci conservate nei cassetti di casa, pronte per ogni evenienza, come se aspettassimo una guerra nucleare dentro un rifugio antiatomico! La cosiddetta "prevenzione" - che andrebbe fatta con un corretto stile di vita e con una alimentazione sana proprio per non dovere trovarci nella condizione di prendere medicine che affaticano il fegato e provocano altre complicazioni - è stata da tanti di noi sostituita con la mania di prendere medicine per evitare di ammalarci. Questo ci ha resi dipendenti dalle case farmaceutiche le quali, a loro volta, trovano più conveniente indirizzare investimenti e ricerca per alimentare questo tipo di consumatori, piuttosto che attrezzarsi per sconfiggere i grandi mali dell'umanità. L'ultimo caso è quello della "febbre suina": un gruppo di ricercatori aveva isolato il virus sin dal 1999, ne ha seguito le evoluzioni per tutti questi anni, ma né le autorità preposte né le case farmaceutiche hanno mai ascoltato le loro segnalazioni e preparato le necessarie contromisure. Oggi si pensa di preparare un vaccino solo perché adesso c'è una consistente possibilità di venderlo. E' una situazione mostruosa che abbiamo creato noi con le nostre cattive abitudini. Ci siamo resi schiavi di un sistema economico che guarda al profitto prima che alla salute. Abbiamo permesso che la vita dell'intero pianeta sia condizionata dall'andamento delle vendite di pillole e fialette. Siamo ancora in tempo per tornare indietro, con una forte reazione al dominio dei farmaci. Chiedere consiglio al nostro medico di famiglia su corretto stile di vita, sana alimentazione, attività fisica e prevenzione generale. Non correre in farmacia al primo sintomo, non imbottire i nostri figli di antibiotici alla prima linea di febbre. Aspettare, aiutare la natura a fare il suo corso. Assumere farmaci solo quando c'è reale bisogno. Se lo facessimo tutti, i finanziamenti per la ricerca scientifica tornerebbero verso le reali necessità della salute umana. |
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