anno 4
n. 18
11 maggio 2009
sommario


PRIMA 
- EDITORIALE
La nostra reazione 
al dominio dei farmaci
(di Michele Guccione)

pag. 2: PROBLEMI SOCIALI
-
Progetto Intra: tossicodipendenti tra esperienza carceraria e reinserimento sociale e lavorativo (di Mariella Falzone)
- Quando dormire è un sogno: come guarire dall'insonnia (di Angela Gangi)

pag. 3: MEDICINA
- Carni suine sicure e sane sulle nostre tavole: i controlli e le garanzie dai medici veterinari dell'IZS di Palermo (di Giusy Egiziana Munda)
- A proposito di febbre suina…(di Diego Fabra) 

pag. 4:  MEDICINA
Potenziali effetti dannosi dello sport estremo nelle diverse età (di Giorgio Mandalà ) 
- Un altro monumento alla nevrosi (di Diego Fabra ) 

pag. 5:  MEDICINA
- Tecarterapia: una nuova tecnica per attivare 
i naturali processi riparativi ed antiinfiammatori del corpo
(di Alessandra Gualdani )
Addio caro gelato… (di Rita Coniglio )
- Punti di forza e di debolezza dell'attività fisica “fai da te” (di Francesco Trupia )

pag. 6: MEDICINA
- Consigliati

pag. 7: RUBRICHE 
-
L’ANGOLO DELL’ESPERTO Proroga delle agevolazioni fiscali nella Finanziaria 2009 (di Gianfranco Gulotta)
- La Festa del SS. Crocifisso
a Ciminna e Geraci Siculo
(di Pierpaolo Maddalena)

pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?

- Farmacie di turno

pagina 4 - MEDICINA
Potenziali effetti dannosi dello sport estremo nelle diverse età
di Giorgio Mandalà  e-mail

Da più parti si sente dire che lo sport e l'attività fisica in genere contribuiscono al mantenimento di un soddisfacente stato di salute in tutte le età della vita. Diverse organizzazioni riguardanti la salute della popolazione fanno forti raccomandazioni incoraggianti l'attività fisica, per ridurre l'incidenza di gravi problemi di salute.
Naturalmente, si comprende come le diverse età ed abitudini motorie prevedano livelli diversi di attività fisica, svolta secondo intensità e attitudini individuali.
E' inopinabile che l'attività fisica moderata interviene su numerosi sistemi omeostatici del corpo umano, determinando effetti favorevoli per la nostra salute. Ma non è tutto oro ciò che luccica.
L'attività sportiva in età adolescenziale e giovanile, svolta a fini ludici e per l'armonico sviluppo somatico e psichico, è fondamentale.
Sempre più spesso l'attività agonistica inizia in giovane età, sia perché alcuni sport come la ginnastica artistica lo prevedono, sia per l'ottenimento di prestazioni sportive sempre più all'avanguardia.
In questi giovani sportivi "professionisti" si creano: sovraccarichi fisici determinati dall'elevata intensità e durata degli allenamenti e dalla complessità degli esercizi praticati; stress meccanici sull'apparato locomotore, propri delle competizioni agonistiche, che possono danneggiare la cartilagine, i tendini e i legamenti articolari.
Parallelamente si determinano stress psicologici dovuti all'ansia da prestazione e da risultato che, in casi estremi, possono condurre all'anoressia o ad alterazioni del ciclo mestruale.
I danni relativi alla pratica di sport agonistici sono direttamente correlati al livello competitivo delle atlete, come dimostrato in uno studio condotto nel 2008 sulle sindromi dolorose delle atlete di ginnastica artistica femminile della regione Toscana. Tali danni intervengono in sedi anatomiche diverse in relazione allo sport praticato: sempre coinvolta è la colonna vertebrale e spesso intervengono patologie dell'anca, del ginocchio o della caviglia (in sport che sollecitano molto gli arti inferiori), della spalla, del gomito e del polso ( negli sport che sollecitano gli arti superiori). Al danno derivante dal sovraccarico meccanico (microtrauma ripetuto), si aggiunge il possibile danno derivante da episodi traumatici maggiori, più frequenti negli sport di contatto e tanto più gravi quanto più intensa è la competizione sportiva. Nell'età adulta è frequente trovare soggetti che, senza avere mai praticato nè sport né attività motoria generale in passato, decidono di intraprendere l'attività fisica e sportiva o perché trascinati da amici o perché spinti dall'ansia della forma fisica e del dimagrimento.
Sempre più spesso l'approccio all'attività fisica e sportiva viene fatto senza una precedente consultazione medica, sia specialistica che presso il proprio medico di medicina generale.
In questi casi i possibili danni derivanti a carico dell'apparato locomotore sono da attribuire agli eccessi indotti dai carichi meccanici, più o meno intensi, su strutture non preparate a riceverli.
In altri termini si possono configurare esempi di blanda attività applicata su corporature fisiche non abituate all'attività motoria e non allenate allo sport, come ad esempio un soggetto che dopo anni di vita sedentaria decide di fare la partita di calcio o di tennis con gli amici.
In tal caso, l'irrigidimento articolare e dei tessuti elastici determinato dall'assenza di un'attività fisica regolare e la riduzione del tono e della forza muscolare possono indurre micro e macro lesioni a carico degli organi di movimento. 
A ciò si aggiunge la ridotta agilità e capacità di coordinazione,che può portare ad eventi traumatici maggiori con gravi danni e conseguenze nefaste. Oppure può accadere che soggetti allenati ed abituati all'attività motoria, pretendano, con il passare degli anni, di compiere le medesime prestazioni fisiche che fino a pochi anni prima risultavano di facile esecuzione. In questi casi non si tiene conto di come le strutture statiche e dinamiche dell'apparato locomotore, sottoposte alle sollecitazioni meccaniche usuranti della vita quotidiana, abbiano una minore resistenza ed una minore capacità di recupero che non in passato.
La soluzione, naturalmente, non è nell'astenersi dal praticare lo sport o una blanda attività fisica, ma nel raggiungere le migliori condizioni di preparazione atletica e coordinazione per potere praticare senza rischi l'attività fisica. A tal fine, dopo un colloquio con il medico di medicina generale o lo specialista, si può intraprendere la preparazione di base indispensabile per qualsiasi sport, ricordandosi di fare precedere le sedute di allenamento da adeguati esercizi di riscaldamento e stretching. Prevenire il danno all'apparato locomotore è il sistema migliore per preservare negli anni tutte quelle strutture meccaniche sottoposte all'usura del tempo e dell'attività. 

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