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Un altro monumento alla nevrosi | |||
di Diego Fabra e-mail | |||
Anche lo sport può essere coinvolto nelle nostre nevrosi quotidiane? Direi proprio di si. Basta guardare cosa accade all'uomo moderno, che non ha mai tempo per le cose sane, che passa dalla scrivania alla macchina al divano di casa al letto, col tempo tiranno che lo insegue… Basta soffermarsi sulle tante donne che considerano "movimento" solo quello che serve a sbrigare le faccende domestiche e che accompagnano il figlio in piscina e la figlia a danza, per poi riprenderli e preparare la cena, senza chiedersi mai perché diavolo solo loro non hanno diritto a curare il corpo… Quest'uomo, questa donna scoprono improvvisamente che la primavera è preludio dell'estate, che la pancia è impresentabile e i "rotolini" di grasso fanno apparire brutti e trascurati. Quest'uomo, questa donna hanno solo due mesi per tentare di tornare in forma… La nevrosi sbarca sulle sagge e placide sponde della pratica sportiva. Si va a correre… Bell'affare! Senza preparazione atletica cominciano a scricchiolare ossa e tendini. Meglio una pratica di "alto impatto", direte: lo spinning, la palestra nei ritagli di tempo (quel tempo sempre negato durante il resto dell'anno…). Lo sport distensivo, la pratica costante inserita nella vita di ogni giorno, il momento rilassante e bello per riprendere fiato, cedono il posto a una pantomima brutta e piena di tensione che, anzichè restituire i corpi ai costumi dell'anno precedente, porta ben presto tutti dal medico o dall'ortopedico per curare i danni dell'eccesso… Signori, signore, per favore, calma! Facciamo un programma che duri sempre. Il momento da dedicare al corpo è importante quanto quello del riposo o del cibo o del lavoro. |
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