Uno dei peggiori crimini che possa compiere chi ha responsabilità pubbliche è quello di illudere e abbandonare le categorie più deboli, quando per sopravvivere possono solo aggrapparsi all'unico salvagente disponibile: la solidarietà altrui. Questo atto ha un solo nome: tradimento.
Tante volte in questa provincia sono stati finanziati e poi abbandonati progetti formativi e sportivi che per un certo periodo hanno aiutato i disabili a reinserirsi nella società. Loro ci avevano creduto, si erano impegnati, avevano ottenuto miglioramenti e risultati, si erano anche affermati nell'informatica, nel lavoro, in varie discipline sportive. Insomma, avevano acquistato fiducia nella vita e in se stessi.
Questi progetti non sono più stati finanziati. I disabili sono stati costretti a ripiombare nella precedente condizione, perdendo la fiducia e i progressi fisici che li avevano resi uguali a noi. Inascoltata la disperazione dei familiari e di coloro che avevano lavorato con passione a queste iniziative. E anche oggi progetti importanti e di valore restano nei cassetti, mentre il denaro pubblico si disperde per favorire i soliti privilegiati. Salvo poi tornare a ricordarsi dei disabili nella prossima campagna elettorale.
Ma dubito che questi giovani, più sensibili e più volenterosi di noi, se non addirittura più capaci, ai quali era stata data l'illusione di percorrere un ponte verso l'altra sponda, quella di una vita normale, possano cancellare dalla loro mente questo tradimento. Non sarà facile ricostruire questo ponte improvvisamente spezzato dall'ignavia e dall'immoralità di chi non decide, di chi non autorizza, di chi non programma.
Servono un mea culpa e una forte carica di moralità per dimostrare con fatti duraturi una reale volontà di cambiamento.
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