|
pagina 4 - STORIE | |||
Una storia senza fine | ||||
di Francesco Trupia | ||||
Un impianto totalmente esente da ogni barriera architettonica, fruibile a 360 gradi dai diversamente abili: è il Complesso sportivo polifunzionale, che da 11 anni fatica a trasformarsi da proposta in realtà, bloccato da un iter burocratico simile ad un labirinto. Il grande progetto della società Nadim, che dovrebbe essere costruito all'interno del quartiere San Filippo Neri (ex Zen) nell'ambito del Programma Integrato d'Intervento, ha passato il primo step dell'approvazione da parte del Consiglio comunale. Un passo importante che ne precede un altro altrettanto rilevante: il decreto di proroga per i progetti integrati di riqualificazione del territorio, infatti, deve avere la firma congiunta da parte del sindaco e del presidente della Regione. Accettata la delibera, poi, ci sarà da definire gli oneri concessori dovuti, pari a zero euro, ai sensi dell'articolo 9 lettera "f" della legge 10/77. Il complesso sportivo "Nadim", che ha già ricevuto il benestare dalla Federnuoto e dal Coni regionale, prevede una piscina scoperta di cinquanta metri con dieci corsie e una tribuna coperta con 546 posti a sedere; una piscina di venticinque metri con copertura scorrevole e tribuna con 280 posti a sedere; un'altra piscina coperta di 14 metri; una palestra con campo di pallavolo omologabile e utilizzabile per l'attività ginnica; spogliatoi maschili, femminili e per bambini; un centro di medicina sportiva, un'infermeria e scale di sicurezza esterne. I diversamente abili, che avranno un ascensore per gli spostamenti, potranno muoversi senza eccessivi problemi all'interno della struttura su un unico piano. Il parcheggio, circondato dal verde, avrà una superficie impermeabile e le acque piovane saranno convogliate nei disoleatori prima di essere scaricate nella fognatura. "Un impianto unico - spiega Giuseppe Morici - che sarà a disposizione di cinquemila persone, compresi disabili e scuole dello Zen. Daremo lavoro stabile a circa cento persone. Speriamo di poter costruire presto l'impianto superando tutti i problemi". Problemi che dal lontano 1998 a oggi si sono succeduti senza soluzione di continuità: quattro dirigenti responsabili del Comune si sono dati il cambio, mutando ogni volta il modo d'interpretare le vaghe regole del Programma Integrato d'Inter-vento ed i limiti entro cui muoversi. |
||||
|