anno 4
n. 39
26 ottobre 2009
sommario



PRIMA
- EDITORIALE
Spegniamo tre candeline (di Michele Guccione)

pag. 2: ATTUALITA'
-
Operativo l'arbitro per la risoluzione delle controversie tra i consumatori e gli istituti finanziari (a cura dello Sportello Tutela Credito)
- SERIT: potenziati servizi e sportelli 
a disposizione dei cittadini palermitani
(Fonte: Ufficio stampa della SERIT)

pag. 3: LA PAROLA AI LETTORI
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Fannulloni e raccomandati, servizi che non funzionano Proviamo a fare un "blog su carta" (di Michele Guccione)
- Grazie all'Amat ho perso il lavoro (una lettrice)

pag. 4:  MEDICINA
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Screening agli occhi: i nostri lettori premiano l'iniziativa (di Roberta Gizzi )
- I DISCORSI DEL BOLLINO BLU Qualche consiglio per il corpo dopo le vacanze estive(di Giovanni Alberti)

pag. 5: MEDICINA
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Alzheimer: non facciamo affondare la piccola barca (di Giusy Egiziana Munda)

pag. 6: PSICOLOGIA
-
Ansia e depressioni nelle amplificazioni televisive (di Cettina Mezzatesta)
- Consigliati

pag. 7: RUBRICHE
- Annunci immobiliari

pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?
-
Turni delle farmacie
pagina 5 - MEDICINA
Alzheimer: non facciamo affondare la piccola barca
di Giusy Egiziana Munda - giusymunda@nellattesa.it

Immaginate che il vostro coniuge o padre all’improvviso non vi riconosca più e vi picchi. Avete al vostro fianco un malato di Alzheimer. I centri specializzati curano i mlati e li fanno stare meglio. Un aiuto indispensabile ai familiari. 
Il CEA (Centro Educativo Alzheimer) è l’unico a Palermo, in via La Loggia 5, ma, scaduta la convenzione con la Provincia, ha dovuto bloccare la propria attività in quanto, per mancanza di personale, non può ospitare i malati. Il Centro offre assistenza diurna ai malati di Alzheimer medio-gravi e lievi, accompagnati dai loro familiari che riescono, così, ad avere parte della giornata libera. "L'indifferenza e la sordità delle istituzioni, impegnate in riunioni di commissioni, incontri tecnici, convegni, ecc… per parlare di realizzazione, nel futuro, di opere mastodontiche e della costruzione di grandi navi, fa affondare la barchetta, per una piccola falla, lasciando affogare quelli che la occupano. Questo è il nostro caso". Così esordisce Gaetano Lisciandra, Presidente della Federazione Alzheimer Sicilia, nonché il fondatore e direttore del Centro, che abbiamo intervistato sui motivi che hanno portato alla sospensione del servizio.

Quanti sono i malati di Alzheimer?
"Secondo una ricerca di alcuni anni fa, risultano essere 12.000 i malati a Palermo e provincia e 50.000 i casi noti in Sicilia".

Perché l'idea di creare il CEA?
"L'idea mi venne dopo che mia moglie si ammalò di Alzheimer. Dopo diversi controlli, ci siamo mossi in Europa,in particolare in Spagna (dove esiste l'Ace di Barcellona che ha fatto da modello per quello palermitano), per cercare di conoscere meglio la malattia e le possibili terapie. In Sicilia non esisteva alcuna informazione. Per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica attorno al problema, si sono riunite 1200 famiglie di malati di Alzheimer che hanno promosso convegni e congressi ai quali hanno partecipato importanti personalità provenienti da tutta Europa, ma l'indifferenza delle istituzioni non ha consentito al progetto di decollare". 

In cosa consiste l'assistenza che fornite?
"Finora, abbiamo assistito una decina di malati dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 16.30. Da noi mancano le condizioni economiche che ci consentano di essere aperti più di sei giorni la settimana, con una copertura di ventiquattro ore. Questo comporta inevitabilmente un disagio per i malati e le loro famiglie che non possono usufruire di una accoglienza più esaustiva. Se fosse attivo in tutte le sue componenti, quest'istituto potrebbe accogliere circa 50 pazienti. Annesso al Cea esiste anche il "Centro per il sollievo", struttura creata apposta per dare ospitalità notturna ai malati di Alzheimer, qualora il proprio caregiver (il familiare che si occupa di lui) non possa accudirlo. Tale struttura, che potrebbe ospitare una decina di malati, però, non è ancora in funzione".

Quali attività si svolgono al Centro?
"Il Cea non è un parcheggio, ma un istituto in cui i malati di Alzheimer vengono assistiti per svolgere attività chiamate di 'terapia non farmacologica' atte a stimolarne le residue conoscenze per prolungarne il mantenimento e consentire loro, così, un'esistenza più dignitosa di quella che condurrebbero a casa. Il Centro è fornito di attrezzature didattiche specifiche per le attività quotidiane dei malati: si va dalle attività ricreative di gruppo, con finalità di socializzazione, a quelle individuali. Operatori specializzati impegnano i pazienti nella pittura, il giardinaggio, la musica, il disegno e la danza".

Quali figure professionali lavorano al Cea?
"E' intorno a questo argomento che si presenta il primo problema conseguente all'indifferenza delle istituzioni. Il nostro Centro potrebbe ospitare circa 50 malati di Alzheimer, ma ne abbiamo ospitato al massimo 25, sino a scendere agli attuali 9-10 a causa degli scarsi e discontinui finanziamenti. Mentre in tutta Europa, Italia compresa (e sottolineo che sotto il profilo dei servizi socio-assistenziali, per me, l'Italia finisce a Reggio Calabria), le attività di centri come il nostro vengono esercitate in maniera continua e responsabile, noi, a causa della scadenza delle brevi convenzioni con la Provincia che consentono di avere somme di denaro a singhiozzo per pochi mesi, siamo costretti a fornire un servizio discontinuo, nonostante il decorso della malattia di Alzheimer sia di 10-15 anni".

Previsioni per il futuro?
"Questo centro di accoglienza - che si estende per oltre 4 mila metri quadrati, con uno dei giardini terapeutici migliori d'Europa (come l'hanno definito alcune personalità italiane ed europee che lo hanno visitato) - rischia la totale chiusura". 

E, infatti, alla scadenza della convenzione con la Provincia Regionale di Palermo, un comunicato del comitato delle famiglie dei malati di Alzheimer, ha annunciato la sospensione del servizio: "E' veramente grave questo atteggiamento di indifferenza nei confronti di questa malattia che distrugge anche le famiglie”, vi si legge. “Da noi non esistono altre alternative. L'unico punto di riferimento e di sollievo era il Cea che per mancanza di personale, pur restando aperto, non potrà ospitare alcun paziente". 

Ma alla luce di quanto successo, quali autorità potrebbero risolvere i problemi del Cea?
"Basterebbe la volontà di alcuni uomini politici, ma, come disse un famoso magistrato,in Sicilia non esistono diritti e doveri, ma doveri e favori".

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