pagina 1 - APPUNTI DI VIAGGIO | |||
Qualche riflessione sulla comunicazione | |||
di Sergio Fabra - e-mail | |||
Salvatore ed io apparteniamo alla stessa generazione, quella della ricostruzione. Siamo nati e cresciuti in realtà e contesti diversi, anche se ad appena 150 chilometri di distanza: lui in quella rurale del centro della Sicilia, io in quella cittadina del "Capoluogo". Salvatore cresceva assimilando da suo padre le immutabili leggi della terra, io imparando il mondo dalla libreria paterna. Le tracce che lui lasciava dietro di sé erano i solchi dell'aratro, le mie il fosso sulla poltroncina dello studio di papà. Due vite parallele, due esistenze che s'ignoravano fino a qualche giorno fa, quando, grazie all'invito di una cara amica, Salvatore ed io ci siamo conosciuti. Mi ha invitato a trascorrere qualche giorno a casa sua, offrendomi quell'ospitalità "siciliana" fatta di calore, gentilezza, disponibilità. Salvatore ha una bella famiglia, operosa e pulita, una famiglia che si guadagna il pane lavorando duramente e con onestà. Sono stati quattro giorni indimenticabili nei quali mi ha fatto conoscere il suo mondo. Ho così appreso la delicata arte degli innesti, i cicli della terra, le precise tecniche della coltivazione, la fatica del raccolto, le proprietà delle erbe, come curare la frattura di una zampa usando corteccia e sterco di animale. Uomo dalle molteplici esperienze, Salvatore mi ha spiegato come si costruisce una casa illustrandomi gli ambienti della sua bella abitazione, interamente "pensata" da lui e realizzata con l’aiuto della sua famiglia; ho saputo come si realizza un forno di campagna utilizzando materiale di scarto, come si ricostruisce un veicolo impiegando parti di varie macchine. Avendo intuito la mia passione per la storia, ha arricchito ogni spiegazione con aneddoti, riferimenti a esperienze del passato, racconti che affondano le loro radici in epoche ormai scomparse. Ricordandomi in tutto questo che la storia è fatta di storie di tanti uomini. Ho appreso tanto dal mio amico Salvatore in pochi giorni. A ben vedere, queste qualità non sono esclusivo appannaggio della nostra isola. L'uomo è cresciuto grazie a queste qualità, l'umanità è progredita nel segno di questi valori. Se l'uomo non fosse stato generoso, sarebbe sparito da tanto tempo. L'acquisizione di tante esperienze diverse e l'interscambio continuo e instancabile di conoscenze ha permesso alla nostra specie di affermarsi e dominare il mondo. La comunicazione è stata alla base del progresso dell'umanità. Essa obbedisce a regole precise e immutabili, pur avvalendosi di strumenti e mezzi diversi. Salvatore ha applicato queste regole nel migliore dei modi. Noi viviamo in un'epoca che esalta la comunicazione. Siamo abituati ad avere informazioni in tempo reale. Ma c'è una profonda differenza tra la comunicazione di Salvatore e quella di Internet o della TV. La sua proviene dall'esperienza dei vecchi, temprata ed aggiornata continuamente dalle sue esperienze personali. Una comunicazione, forse, meno rapida e onnicomprensiva, ma certamente più adatta all'uomo e alla comprensione "intrinseca" delle cose. L'altra comunicazione è impersonale, quasi disumanizzata e non permette, soprattutto ai più giovani, di avere orientamenti precisi e più arricchenti. Si parla continuamente del ruolo degli anziani nella nostra società, un ruolo sempre più marginale proprio perché quella loro indispensabile funzione di "maestri di vita" (alla base di tutte le civiltà precedenti la nostra) è venuta meno, lasciando un'intera società, in qualche modo, più povera. Proprio per questo la conoscenza, la comunicazione si è fatta via via sempre più chiusa, egoistica. Al contrario di quella di Salvatore che ha donato spontaneamente la sua "scienza" ad un estraneo. Non l'ha fatto perché io dovessi aiutarlo nel suo lavoro o dovessi imparare il suo mestiere. "Sapeva", parlandomi del suo mondo, che l'arricchimento interiore non ha bisogno di applicazioni pratiche, ma serve per la crescita dell'individuo che è anche crescita dell'umanità. "Sapeva" che la conoscenza dev'essere sempre generosa perché non serve solo ad uno, ma a tutti. Una conoscenza egoistica e chiusa in sé non serve, anzi è dannosa. Nell'epoca dei brevetti, dello sfruttamento dell'idea a fini personali, del filo spinato, l'esempio che ci fornisce Salvatore è illuminante di quella che dovrebbe essere la strada da seguire. Lui si è sforzato di parlare con me un linguaggio che potessi capire, perché la comunicazione deve sforzarsi di parlare la lingua del discente per essere veramente compresa. Salvatore, terza media serale, è stato un vero maestro per me. Grazie, amico mio, e che Dio ti conservi a lungo e in buona salute. |
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