Quello dei malati di diabete è un fenomeno in continua crescita con un ritmo sconvolgente. E’ una malattia a decorso cronico caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un'alterata quantità o funzione dell'insulina, cioé, l'ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l'ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno.
Per saperne di più e conoscere meglio i fattori che determinano l'incremento di questa patologia, nonché le cause e le conseguenze, abbiamo intervistato la dott.ssa Francesca Iannello, specialista ambulatoriale in Diabetologia del Distretto 13 dell'Asl 6, in via del Granatiere. Ricordiamo che, nell'ottica di realizzazione sul campo del progetto "Disease Management del diabete mellito tipo 2", presso questo distretto è presente uno sportello dedicato al paziente diabetico.
"La scorretta alimentazione, la mancanza di attività fisica e l'obesità (una delle più alte condizioni di rischio per lo sviluppo della patologia), sempre più in aumento tra i bambini, sono tra i principali fattori che determinano l'incremento del diabete - dice la dott.ssa Iannello - l'attuazione di uno stile di vita adeguato, cioé l'acquisizione di sane abitudini alimentari, un'adeguata attività fisica, l'astensione dal fumo e il controllo periodico del proprio peso - continua - sono le armi vincenti di un intervento di prevenzione".
Per evitare la progressione della malattia cosa si può fare?
"E' importante lavorare proprio sullo stile di vita. E' basilare uno sforzo educativo che si realizzi in ambito scolastico, dove già si è fatto tanto (ho eseguito personalmente degli screening nelle scuole elementari), ma, anche e soprattutto, nelle famiglie, che non sono più quelle di una volta. Sono cambiati i ritmi e le sane abitudini di, quando si faceva la colazione al mattino e si rispettavano gli orari dei pasti quotidiani, mentre si consolida sempre più la tendenza odierna di mangiare male e in fretta e che vede i bambini far merenda con cibi ipercalorici anzicché con yogurt o frutta".
Quando l'obesità sfocia nel diabete?
"L'obesità è l’anticamera del diabete ed è in netta crescita tra gli adolescenti, soprattutto nel meridione, tanto da determinare un aumento dei casi di diabete di tipo 2 (tipico dell'età adulta) tra i bambini, rispetto ad alcuni anni fa".
Una breve distinzione tra le principali tipologie di diabete…
"Per anni quello che noi specialisti abbiamo riscontrato nel bambino è stato il diabete di tipo 1 (o diabete immunitario), conseguente alla distruzione della beta-cellula pancreatica. Il diabete di tipo 2, invece, si manifesta dai 40 anni in su. Spesso viene diagnosticato casualmente, nel corso di esami di laboratorio per altri motivi, in soggetti che in genere non avvertono alcun sintomo. I bambini obesi, oggi, non solo sono soggetti ad ammalarsi di diabete di primo tipo, ma rischiano sempre più di ammalarsi del secondo".
Quali sono i rischi maggiori per la salute in un paziente diabetico?
"Le complicanze micro e macro vascolari. I pazienti in cui il diabete si presenta oltre i 40 anni spesso soffrono, oltre che di questa patologia, d’ipertensione, di dislipidemia, di steatosi epatica e di obesità. Elementi che ne fanno emergere un quadro detto sindrome metabolica che, se non viene aggredita con norme dietetiche, attività fisica ed opportune terapie farmacologiche, porta a complicanze macro vascolari, (causa di infarto, insufficienza cardiaca, ictus), e micro vascolari (causa di retinopatia diabetica, che può condurre alla cecità per alterazioni delle arterie della retina, arteropatia obliterante che comporta l’amputazione dei piedi nel diabetico), e, ancora, il diabete può alterare la funzione dei reni. L'elevata frequenza di complicanze vascolari impone uno stretto monitoraggio degli organi bersaglio (occhi, reni e arti inferiori). Per questo, è necessario che le persone con diabete si sottopongano a periodiche visite di controllo, anche in assenza di sintomi".
Ci parli del servizio che il Distretto 13 offre ai pazienti diabetici.
"Il servizio che l'Asl 6 ha realizzato nei distretti 10, 13 e in quello di via La Loggia per i pazienti diabetici opera attraverso l'integrazione del medico di base con gli altri specialisti e le strutture di terzo livello (ospedali) per garantire al paziente diabetico un'assistenza migliore, diretta e a 360 gradi. Il percorso mira ad azzerare accessi impropri, duplicazione di interventi e ritardi, soprattutto nella diagnosi e nella cura della malattia diabetica, grazie alla presenza nella struttura di un team di specialisti (nefrologo, angiologo, diabetologo, cardiologo, ecografista, oculista) che consente di offrire al paziente diabetico un servizio di qualità e a costi inferiori anche per la spesa pubblica. Il progetto del Desease Management del diabete mellito può trovare concreta realizzazione in queste strutture ambulatoriali nelle quali il paziente diabetico, dopo il primo contatto col medico di base, viene inviato allo specialista perché possa individuare il tipo di diabete di cui soffre (sarà lo specialista a valutare se si tratta di diabete di tipo 1 o di tipo 2, di diabete senile, di Mody, di Lada, o di diabete secondario alla terapia con corticosteroidi, o secondario alla chemioterapia ecc...) e la possibile cura del caso. Attraverso questa rete di sinergie, lo scopo di noi specialisti è quello di evitare il più possibile l'ospedalizzazione dei pazienti e, quindi, i conseguenti disagi in termini umani ed economici che comporterebbe".
In quali casi un medico di famiglia invia il paziente allo specialista?
"In presenza di continue crisi ipoglicemiche, quando si verifica un ripetuto scompenso glicemico, per la donna diabetica in gravidanza, per sottoporre il paziente al follow-up utile ad effettuare controlli periodici per la prevenzione delle complicanze micro e macro vascolari del diabete".
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