anno 4
n. 10
16 marzo 2009
sommario


PRIMA 
- Punti di vista
Il nuovo medico (di Diego Fabra)
-
Il Codacons interviene sul caso Raimondi: “Più coerenza da parte delle istituzioni”

pag. 2: INIZIATIVE
-
Settimana di screening gratuiti presso la clinica Orestano
- Prevenzione, una risposta educativa da non trascurare  (di Marianna Guzzino) 

pag. 3: LA STORIA
-Un sogno sepolto sotto le rovine della casa (di Viviana Cinque) 
- Inbox 

pag. 4:  MEDICINA
-
La pubalgia, quel dolore a inguine e coscia 
che non è solo un problema dei calciatori
(di Giuseppe Massei) 
- Medicina estetica: consulenza gratuita alle nostre lettrici (di Rita Pattii

pag. 5:  INIZIATIVE SOCIALI
- Bone Hope: un "hospice" per migliorare 
la qualità di vita dei malati terminali  

(di Loredana Moncada)
- Torneo di calcio giovanile "Città di Palermo": un'esperienza indimenticabile da far rivivere (di Gaetano Talluto)

pag. 6: INIZIATIVE SOCIALI
- A Casteldaccia la festa degli anziani (di Giusy Egiziana Munda )
- Consigliati

pag. 7: RUBRICHE
- l'angolo dell'avvocato:
Disattesa la legge sull'esonero dalle visite di revisione  (di Eugenio Scotto dI Tella) 
- mangiarbene:
Un alleato della salute: 
il cavolo verza 
(a cura dello Studio Nutrizione e Dietetica) 
-
Annunci immobiliari

pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?
- Farmacie di turno

pagina 4 - MEDICINA
La pubalgia, quel dolore a inguine e coscia 
che non è solo un problema dei calciatori
di Giuseppe Massei - Dottore in Fisioterapia dello Studio medico polispecialistico DO IN

La pubalgia è una malattia infiammatoria che colpisce i punti di inserzione sull'osso pubico di diversi muscoli. Viene provocata generalmente da un carico eccessivo nel corso dell'attività sportiva; colpisce soprattutto i calciatori.

Secondo Jarvinen è possibile identificare ben 72 cause di pubalgia, non solo patologie tendinee, muscolari, ossee, o articolari, ma anche infettive, tumorali, o come conseguenze di borsiti e intrappolamenti nervosi. 

Praticando la corsa, la pubalgia viene spesso provocata dal sovraccarico nei punti d'inserzione degli adduttori, a causa dell'attività su fondo irregolare, o di scarpe inadeguate , o ancora per squilibrio fra muscolatura degli arti inferiori e addominale; altra causa sono infortuni precedenti non ben recuperati, oltre che un incremento troppo rapido dei carichi d'allenamento.

In pratica la pubalgia è un infortunio piuttosto raro al di fuori dei seguenti casi: abbinamento corsa-calcio (soprattutto calcetto), sovrappeso in relazione alla distanza abitualmente percorsa, allenamenti collinari frequenti con ritmi eccessivi in discesa
La diagnosi è, per lo più, clinica, anche se spesso è opportuno approfondire il quadro clinico attraverso accertamenti strumentali come: radiografie, ecografia, o risonanza magnetica. Occorre escludere altre patologie, quali ernie inguinali, patologie urologiche o ginecologiche. Il dolore colpisce la zona dell'inguine e si estende alle zone circostanti. Può portare all'interruzione dell'allenamento o della gara. Questa patologia, consentendo spesso la prosecuzione dell'attività, può portare a un errore grave che si commette frequentemente. 

È necessario, infatti, un periodo di riposo di 20 giorni che serve, oltre a identificare la causa del problema e predisporsi alla sua eliminazione, a risolvere i casi meno gravi, evitando il degenerare della patologia. In genere l'inefficacia del periodo di stop dà al medico le giuste indicazioni per comporre il cocktail di terapie di aggressione della pubalgia. 

La gran parte della gestione della patologia retto-adduttoria spetta al fisioterapista, anche se non è facile trovare abili riabilitatori che sappiano indicare il programma di cinesiterapia corretto. La terapia conservativa riveste un ruolo dominante ed è basata, in fase iniziale, sul riposo funzionale, sulla crioterapia, sull'eventuale terapia farmacologica, e sulla terapia fisica (laser di potenza, ultrasuonoterapia, jonoforesi). Il programma riabilitativo prevede lo stretching e il potenziamento muscolare che deve interessare,oltre ai muscoli adduttori, la catena posteriore fino al tendine d'Achille e i muscoli retti e obliqui dell'addome. 

Da segnalare i notevoli progressi nel campo delle terapie fisiche, quali laser ed ipertermia che, in mano a buoni fisioterapisti, possono dare buoni risultati. Solo in casi particolari e generalmente gravi si può ricorrere all'intervento chirurgico. 

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