anno 4
n. 10
16 marzo 2009
sommario


PRIMA 
- Punti di vista
Il nuovo medico (di Diego Fabra)
-
Il Codacons interviene sul caso Raimondi: “Più coerenza da parte delle istituzioni”

pag. 2: INIZIATIVE
-
Settimana di screening gratuiti presso la clinica Orestano
- Prevenzione, una risposta educativa da non trascurare  (di Marianna Guzzino) 

pag. 3: LA STORIA
-Un sogno sepolto sotto le rovine della casa (di Viviana Cinque) 
- Inbox 

pag. 4:  MEDICINA
-
La pubalgia, quel dolore a inguine e coscia 
che non è solo un problema dei calciatori
(di Giuseppe Massei) 
- Medicina estetica: consulenza gratuita alle nostre lettrici (di Rita Pattii

pag. 5:  INIZIATIVE SOCIALI
- Bone Hope: un "hospice" per migliorare 
la qualità di vita dei malati terminali  

(di Loredana Moncada)
- Torneo di calcio giovanile "Città di Palermo": un'esperienza indimenticabile da far rivivere (di Gaetano Talluto)

pag. 6: INIZIATIVE SOCIALI
- A Casteldaccia la festa degli anziani (di Giusy Egiziana Munda )
- Consigliati

pag. 7: RUBRICHE
- l'angolo dell'avvocato:
Disattesa la legge sull'esonero dalle visite di revisione  (di Eugenio Scotto dI Tella) 
- mangiarbene:
Un alleato della salute: 
il cavolo verza 
(a cura dello Studio Nutrizione e Dietetica) 
-
Annunci immobiliari

pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?
- Farmacie di turno

pagina 3 - LA STORIA
Un sogno sepolto sotto le rovine della casa
di Viviana Cinque - e-mail

"Che questa storia possa suscitare nel cuore di uomini volenterosi e/o facoltosi la possibilità di ridare un tetto ad una famiglia i cui unici abiti giornalieri sono l'onestà, il rispetto, il sacrificio e la speranza di un futuro migliore". Queste le accorate parole che i colleghi di lavoro di Simone Tarantino hanno mandato via mail alla nostra redazione. Ci hanno raccontato una storia dai contorni tragici. Ci hanno chiesto aiuto per un amico, il cui unico desiderio è ricostruire la casa e riunire il suo nucleo familiare. La sua vita. Implosa, crollata in un attimo il 17 gennaio 2008. Ci descrivono un uomo semplice, umile, onesto e gran lavoratore che non vuole soldi ne ama chiedere aiuto.

"Ho saputo della lettera dei miei colleghi - dice Tarantino - solo dopo che era stata spedita. Sono contento, anche se mi dispiace perché finora ero stato io a cercare di aiutare gli altri". Nei suoi occhi un velo lucido, la testa china di chi si sente in colpa per essere lì a chiedere qualcosa. 

Facciamo un passo indietro. Sono le 6 del pomeriggio e Simone Tarantino con la moglie Antonina esce dalla sua casa di via Taranto per andare al supermercato: "un'ora dopo - ricorda - al mio ritorno ho visto al posto della mia palazzina a tre piani, una grossa nuvola di polvere. In un attimo mi sono reso conto che la mia vita era crollata con la mia casa". Le macerie hanno sommerso i ricordi. Inglobato le foto. Ingurgitato indumenti, mobili e sacrifici di una famiglia intera. Fortunatamente, al momento del crollo, nessuno era in casa, neanche i due figli poco più che ventenni della coppia. 

Il crollo della palazzina - che era stata acquistata dal marchese De Gregorio in due tranche (2001 e 2003) - ha comportato inevitabilmente danni alle abitazioni vicine. "Il 25 gennaio, otto giorni dopo l'implosione - continua - ho ricevuto un'ordinanza del Servizio protezione civile ed edilizia pericolante del Comune che, per salvaguardare l'incolumità pubblica, mi ordinava la messa in sicurezza dell'immobile. Così, in attesa che la banca mi concedesse un mutuo di 30 mila euro, ho dovuto chiedere aiuto ad un mio parente che mi ha aiutato a pagare le spese per lo sgombero dei materiali e per ripristinare i danni provocati ai miei vicini". Senza casa, vestiti e comodità, la famiglia Tarantino si è trovata a cercare una sistemazione di comodo. 

Da allora, i coniugi Tarantino vivono nel salone della figlia Maria Rosa a Belmonte Mezzagno, mentre i due maschi - Giuseppe e Vincenzo - dormono in un garage. Desideroso di riunire la famiglia sotto lo stesso tetto, Simone Tarantino - che dal 2007 è di ruolo come collaboratore scolastico - inoltra una domanda di prestito al Settore Interventi abitativi del Comune, "che, non avendo competenze in merito, suggerisce di presentare domanda per essere inserito in una lista d'emergenza per un'eventuale assegnazione di un alloggio confiscato alla criminalità organizzata".La mossa successiva è inoltrare domanda alla propria banca che, dopo aver richiesto il progetto di un architetto e il capitolato delle spese, rigetta la domanda per mancanza di garanzie. Disperato, ma non sfiancato nella volontà, Simone continua a chiedere aiuto "per ottenere un prestito di 70 mila euro per ricostruire la struttura e almeno un piano della mia casa". Con queste parole, si alza, mi tende la mano, mi ringrazia per l'ennesima volta e tra le labbra bisbiglia: "la speranza è l'ultima a morire!". 
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