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Solo un … buon "pezzo di ricambio"? | |||
di Diego Fabra - e-mail | |||
Forse sarà il nostro futuro. Chissà? L'ipotesi rassicurante di poter sconfiggere qualsiasi male ed avere una soluzione ad ogni patologia passa irrimediabilmente per il mondo della sostituzione d'organo. Ormai per noi non costituisce alcuna sorpresa assistere ai progressi che un protesizzato d'anca o di ginocchio compie: evoluzioni in palestra, lunghe passeggiate, lavori casalinghi: nulla è più un ostacolo per chi vive con un sofisticato pezzo di metallo nel corpo. Il nostro udito non percepisce più da tempo il fastidioso ticchettìo delle valvole cardiache di sintesi. Si fa fatica a credere che possano esistere protesi acustiche "invisibili", o denti finti, bellissimi e perfettamente impiantati nelle mascelle. Il presente è, per certi versi, già un buon futuro. Quando pensiamo che un fegato sede di tumori maligni, in diversi casi, è stato espiantato e sostituito con uno perfettamente sano, o che esistono intorno a noi molte persone che vivono con reni altrui o - roba da matti! - perfino con un cuore che batteva in un altro petto, sembra di vivere un sogno, una splendida fantascienza. Ma ogni bella favola, per diventare realtà, ha bisogno di uomini che credono negli ideali. Noi. Sì, noi siamo chiamati in causa, perché la scienza ha bisogno di sostegno, e chi si occupa personalmente di trapianti e trapiantati richiede attenzione dalla coscienza popolare. Troppe distrazioni colpevoli nella nostra società, troppa abitudine a veder sfilare in televisione melodrammi e false solidarietà. La gente che vive e dà vita a speranze esiste davvero, vicino a noi. Si chiama col nome di mille associazioni, ha il volto e la voce di gente autentica che, magari, esce da un passato sofferto e che oggi è felice di dare un senso alla propria esistenza. Sono esempi? Forse. Di sicuro rappresentano l'unico futuro plausibile nell'orizzonte dell'umanità. |
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