anno 4
n. 7
23 febbraio 2009
sommario


PRIMA 
- Editoriale
Un trapianto di coscienza pulita
  (di Michele Guccione)


pag. 2: FATTI E PAROLE
- Punti di vista
Solo un … buon "pezzo di ricambio"? (di Diego Fabra) 
- Quando le vittorie non bastano (di Francesco Trupia) 
- Musica in biblioteca

pag. 3: MEDICINA
- Trapiantati di cuore, i protagonisti raccontano la loro “rinascita” (di Enza Bruno) 
- Inbox

pag. 4:  MEDICINA
-
Costruiamo un futuro a chi ha un organo malato (di Giusy Egiziana Munda)
- Family House, una “casa lontano da casa” 
- ISMETT, un riferimento d’eccellenza

pag. 5:  MEDICINA
- Donazione d'organi. Conosciamo meglio il ruolo delle associazioni (di Enza Bruno)

pag. 6: MEDICINA
- Le vie del dolore (di Francesco Anello)
- Amico Giuseppe (di Diego Fabra) 
- Consigliati

pag. 7: RUBRICHE
- Fitoterapia La natura aiuta il fegato (di Anna Maria Modica)
- Mangiarbene
Il merluzzo, pochi grassi tante proteine (a cura dello Studio Nutrizione e Dietetica)
-
Un vino doc contro ictus, tumore e infarto (di Ina Modica)

pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?
- Farmacie di turno
- Annunci immobiliari

pagina 3 - MEDICINA
Trapiantati di cuore, i protagonisti raccontano la loro “rinascita”
di Enza Bruno - e-mail

E' il racconto della rinascita, la narrazione del modo in cui la sofferenza può essere la prigione di una vita, ma anche l'occasione del riscatto e della rigenerazione. Una vicenda vista dall'interno, da chi l'ha vissuta, descritta in brevi quadri, spesso disincantati e ironici; la storia estrema di chi ha avuto la possibilità di avere un nuovo cuore e, incredibilmente, ha potuto ricominciare a vivere sapendo che è stata la generosità di un'altra persona a permettere che ciò avvenisse. 

La necessità di capire, di dare un senso alla vita e alla morte, è quello che emerge dai loro racconti; nei loro occhi e nelle loro storie traspare una grande gratitudine che, assieme al piacere del raccontare, descrive un viaggio drammatico che arriva alle soglie della fine e torna indietro, regalando loro inaspettatamente tutta la bellezza della vita. 

Roberto Pecoraro è il primo che noto nella hall dell'ISMETT il giorno dell'intervista. E’ un bel ragazzone alto e sorridente di 22 anni ansioso di far conoscere la propria storia. Lo invito a raccontarsi per primo e lui, interrompendosi ogni tanto per l'emozione, mi dice di aver ricevuto il grandissimo regalo di un cuore nuovo il giorno del compimento del suo diciottesimo anno. Tutti noi abbiamo un ricordo indelebile del nostro diciottesimo compleanno perché raggiungiamo la tanto agognata maggiore età, ma per lui sarà sempre qualcosa in più, sarà la sua vera rinascita. Mi racconta della sua lunga lista d'attesa, durata più di due anni, dei suoi due mesi di coma, della riabilitazione, ma anche della sua occasione perduta, di un cuore compatibile di un donatore che non era riuscito ad avere per il disservizio del nostro sistema aereo. La sorella Daniela che gli è sempre stata vicina e che adesso ricopre il ruolo di Coordinatrice del ACTS (Associazione Cardio Trapiantati Si-ciliani) mi ha sottolineato un evidente rammarico per i molti problemi che spesso devono affrontare coloro che sono in attesa di trapianto e che erano decisamente irrisolvibili prima che nascesse l'ISMETT a Palermo. 

La Sicilia ha sempre avuto un triste primato in Italia ed è stata troppo spesso terra di malasanità e Roberto ha rischiato di perdere l'occasione della sua vita, ma per fortuna un mese dopo il suo treno dei desideri è ripassato e questa volta Roberto era lì pronto a prenderlo al volo. Mentre ascolto la storia di Roberto anche gli altri s’inseriscono, ansiosi di far conoscere ciascuno la propria fantastica esperienza di vita.

Sono visi di persone comuni che, molto dignitosamente, non lasciano trasparire alcun segno di sofferenza, Antonino Sciortino, ad esempio è un ex forestale di Altofonte, che mi racconta con un po' di rammarico di non poter più lavorare. A 44 anni fare il pensionato non deve essere semplice, è, però, pieno di vita ed è molto orgoglioso della propria famiglia e della sua nuova vita; al contrario degli altri, che descrivono un risveglio collegato a colori e immagini celestiali, mi racconta di essersi svegliato agitato, fuori dalla realtà, con il terrore che qualcuno potesse togliergli quel cuore ritrovato. E, a parte quei momenti di comprensibile sgomento, trasmette tanta fiducia e consapevolezza di se stesso. Racconta con dovizia di particolari l'intervento durato 7 ore e la degenza in terapia intensiva, dalle sue parole non traspare mai un momento di sfiducia o di rassegnazione. 

Gigi Rizzo, lo conosciamo tutti (il nostro giornale ha già raccontato di lui qualche settimana fa), è quello che mi sorprende, forse, più di tutti, perché dalla scorza dura di un uomo che conosce bene la vita traspare tanta tenerezza nei confronti del ragazzo che gli ha donato una parte di sé, trasformando anche il suo carattere. Gigi è cambiato, i Gigi Rizzo sono due adesso e concordano insieme un percorso di vita comune. 

Vivere due storie parallele è impossibile, lo sappiamo, la sua è una vita di navigato sindacalista, di attivista del mondo del volontariato che non le manda a dire a nessuno, mentre quella del donatore era quella di un ragazzo che si era appena affacciato alla vita e ha interrotto prematuramente il proprio percorso. Sembra che queste due vite apparentemente non abbiano niente in comune, ma Gigi dice di sentire il ragazzo sempre con lui e di condividere insieme a lui ogni istante del giorno e della notte, in perfetta simbiosi. 

Una simbiosi che ci fa riflettere, sorprendendoci, e che coinvolge tutti i trapiantati. Anche Luigi Acquaviva, che intervisto dopo di lui, mi dice di festeggiare due compleanni: il primo che corrisponde alla data della sua nascita 54 anni fa e quello della morte-rinascita del suo donatore che oggi compirebbe 23 anni. Si tratta di un’amabile persona che ha una bella famiglia e una grande passione per la cucina oltre a una grande voglia di vivere. Mi racconta che il ragazzo aveva solo diciannove anni quando gli ha donato il proprio cuore. Il suo caso trasmette tanta fiducia e serenità e descrive un incredulo risveglio senza traumi, senza dolori, come se si trattasse di un fatto assolutamente normale, routinario come se nulla fosse accaduto. Ma, invece qualcosa di grande è accaduto, e ciascuno di loro è un caso unico, eccezionale, ognuno un miracolo scientifico e soprannaturale insieme.

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