anno 3 
n. 45 
15 dicembre 2008
sommario


PRIMA 
- Punti di vista Conformisti per paura (di Diego Fabra) 
-
A Palermo le giornate della salute mentale

pag. 2: MEDICINA
- Sindrome di Tourette: quei tic senza controllo… (di Marco Bortolato) 

pag. 3: MEDICINA
- Terapia di gruppo per smettere di fumare (di Enza Bruno) 
- Inbox

pag. 4:  ATTUALITA'
-
Un sito web per combattere le gravi piaghe dell’anoressia e della bulimia (di Giusy Egiziana Munda) 
-
Recapiti utili

ag. 5: UN PO' DI RELAX 

- Cruciverba (a cura di Rita Patti) 
- Sudoku
- Scacchi
- Soluzioni dei giochi
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pag. 6: ATTUALITA'
-
In Sicilia una nuova cura per il tumore della vescica (di Cettina Sorrenti) 
- Consigliati

pag. 7: RUBRICHE
- Lavoro e previdenza
 L'evoluzione storica 
del fenomeno associativo
(di Eugenio Scotto Di Tella)
- Mangiarbene
I ceci (a cura dello Studio Nutrizione e Dietetica)
-
Annunci immobiliari

pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?
- Farmacie di turno

pagina 7 - RUBRICHE:  Lavoro e previdenza
L'evoluzione storica del fenomeno associativo
di Eugenio Scotto Di Tella - avvocato

L'introduzione della macchina nel mondo del lavoro, che procede di pari passo col diffondersi dei frutti della ingegnosità umana - le grandi scoperte scientifiche - se in un primo momento rappresentò una rivoluzione industriale dal punto di vista tecnico per la trasformazione del tipo di attività lavorativa, in un momento successivo si manifestò come rivoluzione sociale, giacchè l'accentramento industriale, provocando larga disoccupazione fra coloro che sino a quel momento avevano esplicato la loro attività in campo artigianale, determinò una smisurata offerta di mano d'opera con la conseguente instaurazione di una "dittatura contrattuale" in materia di condizioni di lavoro, a danno dei prestatori di lavoro privi di ormai di qualsiasi, sia pur larvata, tutela corporativistica.

Dilagò, altresì, il fenomeno dell'impiego delle cosiddette "mezzeforze" (donne e fanciulli) in tutte quelle attività lavorative che l'introduzione delle macchine aveva reso meno complesse e faticose, ripercuotendosi sfavorevolmente sulla misura del compenso dei lavoratori adulti. L'utilizzazione dei mezzi meccanici, ovviamente non perfezionati al punto da garantire i lavoratori dai rischi derivanti dal loro funzionamento, fece accrescere altresì il numero degli infortuni e delle malattie professionali coinvolgendo, in particolare, proprio le donne e i fanciulli, maggiormente esposti per la loro impreparazione alle nuove tecniche di lavorazione, cosicchè la macchina, sorta come beneficio sociale, provocò lutti e dolori in seno alla classe operaia.

Gli imprenditori, allettati dalla possibilità di facili e rapidi lucri, tentavano di conseguire il maggior profitto con il minor costo di produzione, sfruttando al massimo la situazione determinata dalla crescente disoccupazione (fra le cui cause, e forse, prevalente, vi era anche la massiccia migrazione di lavoratori agricoli nei centri urbani), attraverso l'imposizione unilaterale, e quindi in forma arbitraria, di condizioni di lavoro sempre più gravose sia sotto il profilo di una rigida disciplina all'interno dei luoghi di lavoro. 

(5 - continua)


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