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pagina 2 - MEDICINA | |||
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Sindrome di Tourette: quei tic senza controllo… | ||||
di
Marco Bortolato - neurofisiopatologo docente presso la University South California membro del Comitato scientifico Ast-Sit |
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La sindrome di Tourette descritta per la prima volta nel 1885 dal neurologo francese Gilles de la Tourette dopo diversi anni di relativo oblio venne rivalutata negli anni Settanta come disturbo non solamente psicologico, ma anche neurologico. Da allora si sono implementati gli studi sulla sindrome che hanno portato a significativi (ma ancora incompleti) miglioramenti diagnostici e terapeutici. La caratteristica centrale è la comparsa di tic, fenomeni motori o vocali involontari, improvvisi, ripetitivi e non completamente controllabili. In generale, si distinguono due forme principali di tic, motori e fonici. I primi a loro volta comprendono movimenti semplici, (come l'ammiccamento della palpebra, lo scuotimento della testa, ecc...), e tic complessi, movimenti tipicamente più ritmici e lenti che riguardano diversi gruppi muscolari (come il contatto ripetuto di oggetti, il rannicchiamento ripetuto ecc...). I tic fonici si distinguono in semplici, come raschiamenti della gola, grugniti o fischi, e complessi, come il proferimento di frasi oscene (coprolalia), o la ripetizione di frasi proprie (palilalia) o altrui (ecolalia). Sulla base di linee guida internazionali, la diagnosi di sindrome di Tourette è effettuata quando si possa documentare la presenza di tic spontanei, sia motori che fonici, ricorrenti nel corso dell' anno precedente e senza periodi di remissione completa superiori ai 3 mesi consecutivi. Un altro importante criterio diagnostico riguarda il periodo di comparsa dei primi tic, che avviene sempre in età infantile e normalmente tra i 5 e i 7 anni di età. Il disturbo è infatti tipicamente osservabile nell'1% dei bambini di età scolare e colpisce preferibilmente i maschi con una frequenza quattro volte superiore rispetto alle femmine. L'intensità dei sintomi tipicamente aumenta nella pubertà, raggiungendo l'acme tra i 10 e i 14 anni. Mentre i primi tic sono solitamente motori e a carico della faccia, in molti casi l'avanzamento del disturbo comporta l'interessamento progressivo dei muscoli del collo, delle spalle, del tronco e delle estremità, e la successiva comparsa di tic vocali. È proprio su queste basi che si fonda l'attuale terapia farmacologica della sindrome. In molti casi, l'attenuazione dei tic può essere ottenuta con l'utilizzo di farmaci che bloccano uno dei recettori della dopamina, chiamato D2. Questi farmaci, come l'aloperidolo o la pimozide, sono normalmente efficaci nel migliorare i sintomi, ma possono talvolta causare sedazione ed effetti collaterali motori (tra i quali una serie di reazioni simili a quelle presenti nel morbo di Parkinson). La terapia si avvale anche di presidi non farmacologici, come la psicoterapia o l'Habit Reversal Training, una metodica basata sull'intervento comportamentale per la soppressione dei tic. Altre strategie di trattamento, come la stimolazione magnetica transcranica, sono attualmente in fase di sperimentazione. (M. B.) |
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