"Lei ha un tumore alla prostata". Nessun uomo vorrebbe sentirsi dire questa frase che incute timore, ma se diagnosticato allo stadio iniziale, le possibilità di sopravvivenza al tumore alla prostata sono elevatissime grazie ai grandi passi avanti nella diagnosi e nel trattamento di questa neoplasia. La prostata è una ghiandola, presente solo negli uomini, situata dietro l'intestino, e avvolge l'uretra. Tra i suoi compiti c'è quello di produrre e immagazzinare il liquido seminale rilasciato durante l'eiaculazione. A causa della crescita incontrollata di alcune cellule all'interno della ghiandola, può essere colpita da tumore. Non necessariamente, comunque, un ingrossamento della prostata è indice della presenza di un tumore. Anche in caso di cellule maligne, la crescita può essere così lenta da non costituire un pericolo. Si dice, infatti, che molti uomini muoiono con il tumore, ma non a causa di esso.
Per approfondire le problematiche di questa patologia, i sintomi, la prevenzione, i tipi di intervento e a chi affidarsi, abbiamo incontrato presso il centro plurispecialistico Pamafir il Dott. Marcello Rizzo - responsabile della divisione di Urologia e Chirurgia della Clinica Noto Pasqualino.
Quali sono i sintomi del tumore prostatico?
"Il tumore della prostata, in fase iniziale, è, in genere, asintomatico. In fase avanzata,invece, quando ha già raggiunto una certa dimensione, può causare alcuni sintomi simili all'ipertrofia prostatica,tra i quali: difficoltà a iniziare a urinare, bisogno di urinare spesso, sensazione di non riuscire a urinare in modo completo".
In caso di metastasi, quali sono gli organi più colpiti?
"Se il tumore è in fase avanzata, l'apparato che viene maggiormente compromesso nella propagazione delle cellule metastatiche, è quello scheletrico".
Quali sono i possibili trattamenti?
"Negli stadi iniziali del tumore alla prostata e quando le condizioni generali del paziente lo permettono, si può effettuare la terapia chirurgica che consiste nella rimozione radicale della prostata. E' seguita, in alcuni casi, da terapie di supporto, quali la radioterapia e la terapia ormonale. Tali trattamenti costituiscono, invece, l'unica forma possibile di terapia nei casi di tumore già in fase avanzata e quindi non più operabile chirurgicamente".
Quali sono le percentuali di successo di questi trattamenti?
"La terapia chirurgica, che rappresenta la prima scelta d'intervento in un tumore in fase precoce, permette nella maggioranza dei casi la guarigione del paziente".
Quali sono le possibili conseguenze dell'intervento e delle terapie?
"La principale complicanza che si può verificare è l'impotenza, dovuta ad un danno iatrogeno, ossia causato da una lesione ai nervi erigendi. Di recente tuttavia è stata messa a punto una tecnica cosiddetta di "risparmio dei nervi", che permette la mancata lesione dei nervi che regolano l'erezione; essa non è sempre possibile, soprattutto se la neoplasia è in stadio avanzato. Maggiori, invece, sono i rischi di impotenza quando si segue una terapia ormonale che, basata sull'abbassamento dei livelli di testosterone, determina il calo della libido e la perdita di desiderio sessuale".
Qual è la fascia d'ètà più a rischio?
"Il picco massimo è rappresentato da uomini d'età compresa tra i 60-75 anni".
Quant'è diffuso tra gli uomini questo problema?
"Tra i pazienti dai 70 anni in su, quello alla prostata è il tumore più frequente, seguito da quello ai polmoni".
Attraverso quali esami è diagnosticabile?
"La maggior parte dei tumori della prostata viene scoperta tramite un esame rettale o grazie ad un'analisi del sangue che riveli l'alterazione del PSA (antigene prostatico specifico), un antigene direttamente legato alla funzione del tessuto prostatico. Un incremento dei suoi valori deve rappresentare un campanello d'allarme per la possibile presenza di tumore. La fascia più comune di valori di PSA - registrabili in una prevenzione a partire dai 50 anni - è compresa tra i 5 e i 15 nanogrammi su millilitro di sangue, valori che non sempre sono dovuti però alla presenza di tumore, ma spesso ad un aumento del volume prostatico di tipo benigno".
Come si può fare prevenzione?
"E' consigliabile che gli uomini dai 50 anni in su si sottopongano ad esami del sangue per conoscere i valori del proprio PSA e ad una visita urologica, preferibilmente una volta l'anno".
Riguardo a questo specifico problema, com'è attrezzato Il Centro Pamafir?
"La Pamafir è dotata di un apparecchio ecografico con sonda sovra pubica e trans rettale per esaminare l'ecostruttura della prostata ed un'eventuale presenza di noduli sospetti. Si eseguono le biopsie prostatiche, transrettali (più frequenti rispetto a quelle transperineali) in pazienti di cui si sospetta la presenza di un tumore. Un reparto di istopatologia, presente nella struttura, consente di analizzare i campioni prelevati. All'esito della diagnosi istologica il paziente può essere sottoposto presso il centro stesso ad ormonoterapia. Gli eventuali interventi chirurgici, invece, vengono eseguiti presso la Casa di cura privata convenzionata Noto Pasqualino".
|