Attraverso i nervi ottici, gli occhi inviano separatamente le im-magini alla corteccia cerebrale dove le singole immagini vengono sovrapposte. Se l'immagine proveniente da un occhio è sfocata, il cervello dovrà scartarla in quanto creerà confusione nella visione binoculare, ossia dei due occhi. Questo fenomeno di esclusione di un occhio determina il fenomeno dell'ambliopia, nota anche come occhio pigro. Una patologia più diffusa di quanto si potrebbe credere, visto che circa il 3 per cento della popolazione delle aree industrializzate ne risulta affetto.
Le cause più comuni - dallo strabismo ai vizi di refrazione - agiscono, in genere, nei primi anni di vita. Per questa ragione, un ruolo centrale è svolto dal pediatra, il primo ad avere l'opportunità di valutare la funzionalità visiva, in un periodo dello sviluppo in cui questa può essere ancora migliorata.
L'importanza di sottoporre i bambini il più precocemente possibile ad uno screening per individuare il fenomeno dell'occhio pigro e di altre eventuali patologie oculari è basilare.
Ne parliamo con la Dott.ssa Irene Spata, ortottista (assistente in oftalmologia specializzata in strabismo) del Centro oculistico Domus della Dott.ssa Maria Rossella Macedonio.
Il Centro, a partire dal 5 ottobre, offrirà un programma di screening gratuiti per gli occhi dei bambini,come spieghiamo in questa pagina.
Da quali figure professionali sono seguite le attività all'interno del Centro?
"Da un'équipe composta da due oftalmologi e due ortottiste".
Cosa permette di verificare una visita ortottica?
"La presenza o meno di strabismi che, quando sono manifesti, sono ben visibili ai genitori che portano il proprio bambino a fare un controllo, ma possono anche essere latenti. In questo caso si parla di forie. Le forie, che sono per lo più la manifestazione della presenza di un deficit di convergenza (o exoforie, ossia tendenza degli occhi ad andare verso l'esterno), più che di un difetto refrattivo, sono la causa delle difficoltà di lettura e scrittura di molti bambini a scuola, spesso scambiate da genitori ed insegnanti come mancanza della voglia di studiare. In realtà, ecco cosa succede: quando si legge o si scrive, gli occhi devono compiere un movimento coniugato verso il naso (convergenza). Se questo movimento non avviene, le immagini saranno sfocate, quindi, il bambino farà involontariamente uno sforzo maggiore per tenerli in asse, con successivo affaticamento muscolare, cefalea e lo sdoppiamento dell'immagine".
Come si cura questo disturbo?
"E' una terapia ortottica, cioé una vera e propria ginnastica dei muscoli oculari (quelli che portano gli occhi verso il naso), in modo da consentire la fusione delle immagini provenienti dai due occhi. Training ortottico, questo è il nome della terapia in questione, che viene eseguita presso il nostro Centro con varie sedute coadiuvate, anche, dalla terapia da continuare a casa".
Qual è lo scopo degli screening?
"Il fine sarà quello di accertare, attraverso opportune visite oculistiche ed ortottiche, la presenza o meno di ambliopie (occhio pigro), deficit della convergenza (exoforie) e forie (strabismi latenti).
In che modo verranno eseguiti?
"Oggetto della campagna di screening gratuiti che offriremo ai lettori del giornale ‘nell'attesa…’ sarà, soprattutto, la misurazione dell'acuità visiva da lontano; successivamente, l'applicazione di gocce oftalmologiche (che favorendo la dilatazione della pupilla, bloccano l'accomodazione del cristallino) consentirà di vedere se c'è un vizio di refrazione che, senza l'utilizzo di gocce, non sarebbe evidenziabile, soprattutto nei bambini che hanno la capacità di mettere a fuoco sino ad una diottria e mezza di deficit visivo. Per tale ragione, è difficile che i genitori e gli insegnanti si rendano conto che il bambino non vede bene, in quanto l'occhio sano,sopperendo al deficit dell'altro occhio, permette al bambino di svolgere normalmente le proprie attività".
Qual è il passaggio successivo allo screening?
"Si potrebbe passare alla prescrizione delle lenti per la correzione di eventuali difetti visivi. Non sempre, però, la correzione dell'occhio pigro presuppone l'utilizzo di lenti, in quanto la differenza tra l'occhio sano e l'altro è solo di qualche lieve diottria. L'impiego di lenti ha, tuttavia, lo scopo di far sì che il cervello ritorni a riconoscere le immagini di un occhio del quale, ricevendole da tempo in modo distorto e sfocato, aveva imparato a farne a meno. Per recuperare un occhio pigro, dunque, si prescrivono le lenti correttive e, successivamente, se non si è registrato un recupero, si passa all'occlusione (bendaggio) dell'occhio sano. In pratica, è un trucco per costringere il cervello a servirsi dell'occhio ambliope e di stimolare l'occhio pigro a rimettersi in forma".
A quale fascia d'età è rivolto lo screening?
"Dai tre anni in su, sfruttando la possibilità della collaborazione da parte del bambino nel dare le risposte che la visita prevede. Un bambino di cinque anni o più sarebbe per noi in un'età critica se è presente un difetto refrattivo o un'ambliopia, in quanto si è già al limite per sperare nell'ottimale soluzione del problema".
A che età ha generalmente inizio l'ambliopia?
"In età prescolare. L'ambliopia, comunemente nota come occhio pigro, è difficile da individuare, in quanto l'occhio che ne è colpito è anatomicamente sano. Per accertare la presenza della patologia occorrono specifici esami specialistici da effettuare entro i cinque anni d'età preferibilmente presso gli oculisti. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo, prima descritto, sotto stretto controllo medico, risolvono l'ambliopia".
Come fa un genitore ad accorgersi che il proprio bambino ha problemi di vista?
"Ad allarmarsi sono spesso quei genitori che notano che il proprio figlio ha un occhio storto. Ma non necessariamente un occhio storto è anche ambliope. Quella dell'occhio storto rappresenta la condizione che ci permette di supporre la presenza di un occhio pigro, ma non è certo che lo sia".
Sino a che età è possibile recuperare un occhio pigro?
"Il recupero è possibile se si interviene prima dei dieci anni d'età, sfruttando il periodo di non completa maturazione delle cellule ottiche, avvenuta la quale, sarà difficile risvegliarle anche con il bendaggio. Per queste ragioni, invitiamo le famiglie a voler sottoporre tutti i bambini in età prescolare a visita oculistica".
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