La fisiologica riduzione della capacità uditiva nell'individuo anziano prende il nome di presbiacusia. Per la sua caratteristica di conseguenza naturale dell'avanzare dell'età, oggi prevale la tendenza a non considerarla una patologia vera e propria, ma soltanto un segno fisiologico dell'invecchiamento.
Ne parliamo con il Dott. Marcello Costanzo, specialista in otorinolaringoiatria e patologie
cervico-facciali.
In quale periodo della vita si è maggiormente soggetti alla presbiacusia?
"Dai cinquant'anni in su. E' da considerarsi come una naturale conseguenza dell'invecchiamento del nervo acustico e per effetto della degenerazione delle cellule acustiche. Una situazione destinata ad incrementarsi, pertanto, con il trascorrere degli anni. Caratteristica di tale invecchiamento è quella di determinare un'ipoacusia pantonale, cioè, la difficoltà di percezione di tutte le frequenze acustiche, sia alte che basse. Inizialmente, il problema è limitato, soprattutto, alle frequenze alte o acute e il soggetto presbiacusico, in genere, avverte fastidio nel sentire più voci contemporaneamente in quanto i suoni e le parole vengono percepiti male e discriminati con difficoltà. Successivamente, il coinvolgimento delle frequenze basse renderà difficile la percezione e la comprensione anche di una normale conversazione".
La causa, dunque, è da ricercare solo nell'avanzare dell'età?
"L'invecchiamento è il primo fattore di rischio individuato nella popolazione presbiacusica. Altre cause, però, contribuiscono ad accelerare, complicare o drammatizzare il quadro clinico, come i problemi vascolari e circolatori, che con l'avanzare degli anni si acuiscono, determinando la riduzione della perfusione ematica delle cellule acustiche a livello della chiocciola, ma anche alcune malattie come il diabete,l'aterosclerosi e l'ipertensione. Altra causa è l'esposizione al rumore intenso, se protratta negli anni".
Quali sono gli esami da fare?
"Innanzitutto, l'otoscopia che consente di verificare se l'abbassamento uditivo sia o meno dovuto alla presenza, ad esempio, del tappo di cerume, che spesso rappresenta una delle cause più frequenti di abbassamento d'udito. Esclusa la presenza di eventuale catarro che ostruisce il canale naso- orecchio, sarà effettuata l'audiometria. Si tratta di un esame soggettivo che permette di effettuare la diagnosi, al cui fine è di particolare importanza l'anamnesi che esegue l'otorino allo scopo di rilevare l'epoca di insorgenza dei primi segnali di abbassamento d'udito".
Quale potrebbe essere la terapia?
"Nella presbiacusia non c'è possibilità di cura perché il danno è, comunque, permanente. L'unico intervento che può rivelarsi efficace nella maggior parte dei casi riguarda l'uso dell'ausilio protesico, che favorisce nel paziente la compensazione dell'udito perduto. Nel caso di altre patologie dell'orecchio, che non sono, come in questo caso di tipo degenerativo, ma trasmissivo, la soluzione, invece, potrebbe risiedere nell'approccio chirurgico".
E' possibile fare prevenzione?
"Sì, anche se non si tratta di prevenzione specifica, ma riguarda le indicazioni dei fattori di rischio che andrebbero evitati, quando possibile. Fare prevenzione significa, per esempio, evitare di esporsi a forti rumori e, in ogni caso, evitare di lavorare in ambienti molto rumorosi senza le opportune protezioni previste dalla legge (che, purtroppo, però non ci salva dai rumori molesti cui siamo sottoposti, vivendo in una città caotica e rumorosa come Palermo). Basti pensare che corso Calatafimi, per esempio, è una delle strade acusticamente più inquinate di tutt'Italia: la soglia del suono si aggira intorno ai 100 decibel (valore che rasenta la soglia del dolore), determinando un trauma acustico che, quando è costante, può accelerare ed incrementare l'insorgere della presbiacusia".
E' possibile limitare gli effetti della sordità nell'anziano?
"Purtroppo, dal punto di vista medico, no in quanto la degenerazione delle cellule acustiche è un fattore fisiologico che non prevede la rigenerazione di quelle invecchiate. Ma recenti ricerche condotte in America sui conigli stanno cercando di accertare se, in un futuro prossimo, sarà possibile la riattivazione o il ripopolamento delle cellule acustiche degenerate".
Quali possono essere le conseguenze psicologiche e relazionali della presbiacusia?
"Il calo d'udito porta con sé sempre risvolti relazionali e psicologici non indifferenti. La principale caratteristica del paziente presbiacusico è la depressione, indotta dalla difficoltà di entrare in comunicazione con le altre persone e, in qualche caso, ad isolarsi, non solo dal punto di vista sensoriale, ma anche umano e sociale. Le conseguenze si ripercuotono anche sull'attività cerebrale che, ricevendo insufficienti sollecitazioni da questo importante organo di senso, vede una riduzione dell'elasticità nell'esercizio delle attività che le sono proprie".
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