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Crisi di coppia: cause e riflessioni di un malessere sociale |
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di Giusy Egiziana Munda - e-mail | |||
Le crisi di coppia registrano un incremento di 17 punti (dal 57 al 74%) nell’ultimo decennio. Questi sono i preoccupanti dati diffusi dall'ISTAT sullo stato di salute dei legami affettivi in Italia, una forbice sempre più ampia che dimostra come l' istituzione famiglia soffra di una endemica crisi originata da molte cause. Sempre dalla lettura dei dati ISTAT emerge che le separazioni con almeno un coniuge alle seconde nozze si dimostrano meno conflittuali rispetto a quelle di coniugi entrambi al primo matrimonio e che le coppie giovani sono quelle che durano di meno, ma sono anche quelle che si lasciano in situazioni più pacifiche. La crisi coniugale anticipa i tempi: il numero di coppie che decidono di separarsi nei primi tre anni di matrimonio è aumentato a dismisura. Questo fenomeno nasce già dal tipo di educazione ricevuta nella famiglia d'origine e dal contesto culturale e sociale. Molte unioni nascono in modo sbagliato: si sceglie di vivere con qualcuno senza conoscerlo, instaurando una relazione superficiale. Com' è stato osservato da analisti e sociologi le coppie serene considerano il partner come il loro migliore amico, confidandogli sogni, emozioni, progetti con assoluta fiducia. Non cercano di cambiarlo concentrandosi sui suoi lati positivi. Cercano di trovare un' intesa anche se non sono d'accordo su tutto, rispettando sempre il suo punto di vista e cercando di mediare tra le diverse posizioni. Combattere la routine coltivando in comune progetti, interessi, svaghi è un buon deterrente alla staticità e alla monotonia che portano spesso a cercare evasioni al di fuori della coppia. Per consolidare il rapporto di coppia, occorre rendersi conto delle rispettive responsabilità. Come osservano alcuni sociologi, in passato le relazioni di coppia erano vincolate da copioni socialmente prestabiliti e rigidi e non richiedevano particolari abilità comunicative, mentre oggi sono diventate sempre più libere e flessibili, e ciò le rende più intense e stimolanti, ma anche più difficili da gestire. Diversamente che in passato ci si può separare, divorziare, risposare anche, ma lo schema non è realmente cambiato, nel senso che l'istituzione matrimonio - così com'è - non è adatta a soddisfare i nuovi bisogni e aspirazioni dei coniugi, che non sono più quelle del passato, quando ci si sposava per mettere su famiglia, per acquisire uno status sociale, per guadagnarsi una certa indipendenza dalla famiglia di origine o, più semplicemente perché a una certa età ci si deve sposare. La funzione sociale del matrimonio era principalmente quella della procreazione, della trasmissione ereditaria del nome e dei beni della famiglia, della alleanza tra famiglie, mentre oggi tali scopi sono sempre più secondari, prevalendo invece il reciproco benessere affettivo, sessuale e materiale dei coniugi, e non solo, poiché la relazione di coppia mette in gioco molte altre dimensioni - intellettuali, esistenziali, e anche strettamente pratiche - che portano inevitabilmente ad un incontro e ad un confronto di personalità e di mentalità. Sarebbe bene ricordare che il rapporto d'amore non è solo un modo per star bene, ma anche lo strumento per colmare la propria incompletezza, che spesso fonda le radici nel proprio vissuto e nell'esperienza traslata nel rapporto con la famiglia d'origine. Spesso le carenze affettive sperimentate nell'infanzia si traducono in forti aspettative nei confronti del compagno. La relazione di coppia diviene un'opportunità tramite cui crediamo di poter guarire ferite, carenze affettive, delusioni precedentemente vissute. E' una visione infantile e pericolosa di concepire un'unione. Comprensione, condivisione, accettazione dei propri e degli altrui limiti dovrebbero essere comportamenti indispensabili alla costruzione di un sano rapporto di coppia che, è bene ricordarlo sempre, è la soluzione per ovviare alla fragilità dell'essere uomo. Come osservava Platone nel suo "Simposio": "La natura umana era in origine unica e noi eravamo interi, e il desiderio e la caccia dell'intero si chiama amore". |
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