anno 4
n. 26
6 luglio 2009
sommario


PRIMA 
- EDITORIALE
Una legge sbagliata
che colpisce i deboli
(di Michele Guccione)

pag. 2: ATTUALITA’
-
Una petizione popolare per abolire le black-list (di Andrea Garibaldi Pace)
- A Mondello analisi gratuita della pelle

pag. 3: MEDICINA
- Le assicurazioni sanitarie… investono nel tabacco  (di Diego Fabra)
- Fumo: numeri e statistiche da Olocausto 

pag. 4:  MEDICINA
-
Impediamo che la nostra salute se ne vada in fumo (di Giusy Egiziana Munda)

pag. 5:  MEDICINA
- C'è la crisi? Gli italiani incrementano le richieste di ritocchi estetici
- Maha yoga pranayama: la respirazione è più completa (Roberto Messina)

pag. 6: UN PO' DI RELAX
- Giochi
- Consigliati

pag. 7: CERCHI UNA FARMACIA?
- Farmacie di turno

pag. 8: ANNUNCI IMMOBILIARI
-
Annunci Immobiliari

pagina 5  - MEDICINA
C'è la crisi? Gli italiani incrementano 
le richieste di ritocchi estetici

Effetti inaspettati della crisi economica: invece che risparmiare sul superfluo, gli italiani ricorrono anche più di prima al chirurgo estetico. 
"Tutti vogliono arrivare all'estate in perfetta forma: anche grazie ai prezzi in calo, abbiamo avuto un aumento di richieste di interventi del 20%". Parola di Carlo D'Aniello, presidente della Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica (Sicpre), che ne ha parlato in occasione del convegno romano "La gestione del rischio nella chirurgia estetica". 
I ritocchi più in voga sono quelli di sempre: mastoplastica additiva, rinoplastica, blefaroplastica e liposcultura con un boom anche di pazienti ex-obesi che devono risolvere la loro situazione di pelle cadente, anche se questa è un'operazione che non viene quasi mai rimborsata dal Servizio sanitario nazionale. 

Poche e sporadiche richieste, invece, per quella che i francesi chiamano ninfoplastica, cioè la ricostruzione delle parti intime femminili. 
Il chirurgo si dice poi preoccupato per il "via vai di giovani che mi chiedono di cancellare un tatuaggio: fra poco tempo ci ritroveremo una generazione di pentiti dei disegni sulla pelle". 
Secondo gli esperti, le parole d'ordine per prevenire problemi sono informazione e regole chiare in un campo delicato come quello della chirurgia estetica: la Sicpre auspica una condivisa azione politica per la formazione dei professionisti e un'attenta vigilanza sulle strutture in cui vengono eseguiti questi interventi. "L'intervento di liposcultura - ha dichiarato Maurizio Valeriani, primario di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica dell'ospedale san Filippo Neri di Roma - è una delle procedure di chirurgia estetica più richieste ed eseguite al mondo: solo in Italia ne vengono effettuate novantamila l'anno".

Un'operazione ormai più frequente delle appendicectomie "o delle colecistectomie - aggiunge Nicolò Scuderi, ordinario di Chirurgia plastica dell'università La Sapienza di Roma - che sono circa sessantamila ogni anno nel nostro Paese". Ma "l'incertezza delle attuali norme regionali sulla formazione, totalmente differenti fra loro come se esistessero pazienti di serie A e di serie B - evidenzia Valeriani - fa emergere a mio avviso la necessità di un nuovo testo di legge o di linee guida che uniformino il panorama nazionale nell'interesse, innanzitutto, del paziente".

"Oggi si parla di esperti in chirurgia estetica allo stesso modo che di specialisti - sottolinea Scuderi - e per questa disciplina non è previsto l'obbligo di una formazione universitaria specifica, come per l'anestesia o la cardiochirurgia. Ma di certo non si è mai sentito parlare di esperti in anestesiologia o cardiochirurgia. 

Ci si chiede se la chirurgia estetica abbia caratteristiche tali da richiedere una specializzazione accademica obbligatoria, dato che è una chirurgia superficiale e non tocca organi interni vitali. Per rispondere basti pensare che in America i chirurghi estetici pagano tariffe assicurative più alte rispetto ai cardiochirurghi: i rischi sono tanti e concreti, e un percorso formativo adeguato e riconosciuto è la risposta per evitarli".

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