Sette società di assicurazione sanitaria statunitensi, canadesi e britanniche hanno investito quattro miliardi e mezzo di dollari nelle azioni dei cinque colossi del tabacco: Reynolds American, Imperial Tobacco, British American Tobacco, Lorillard, Philip Morris. Lo sostengono tre accademici di Harvard, che hanno pubblicato i risultati di una loro indagine (su New England Journal of Medicine del 4 giugno scorso).
Alcuni esempi: Prudential Assurance, con sede a Londra, possiede 513,2 milioni di dollari in azioni dell'Imperial Tobacco e 871 milioni della British American Tobacco; Sun Life, assicurazione canadese, detiene 125 milioni in titoli della Lorillard e 889 milioni della Philip Morris. Sono dati legali e pubblici che non possono essere nè nascosti nè contestati.
I prodotti del tabacco, che ogni anno contribuiscono alla morte di cinque milioni e mezzo di persone, purtroppo, non sono illegali e il loro finanziamento è, dunque, legittimo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità e la maggior parte delle autorità sanitarie internazionali , però, vorrebbero rendere il tabacco socialmente e legalmente inaccettabile.
Ma come essere efficaci, se ciò interessa il portafoglio di chi gioca in Borsa? L'economista Pierre Kopp, dell'Università di Parigi, auspica che "…gli investitori nel tabacco (inclusi gli assicuratori) siano tassati, e che la tassa vada in favore di un fondo pubblico". Nel tempo, il regime di tassazione scoraggerebbe gran parte degli investitori.
Il problema reale è individuare le aziende con previsione di maggiore profitto. Questa, infatti, è una forma d'investimento: dunque, risponde a criteri di predittività aziendali. Anche se fa paura, questo significa una previsione di crescita del consumo di tabacco nel mondo. Tutto ciò nonostante i tentativi di contrasto, che rischiano di essere vanificati. Rimane il fatto che l'ecatombe da fumo crescerà, secondo le previsioni dell'OMS. Il mondo della dipendenza da tabacco registra così un ulteriore esempio di incongruenza. Proprio le assicurazioni sanitarie, che registrano dettagliatamente nelle schede anamnestiche il fumo di sigaretta tra le abitudini nocive, giocano in borsa "augurandosi" che il consumo mondiale cresca.
Una schizofrenica presenza di interessi vanifica anni e anni di sforzi compiuti dagli esperti del settore.
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