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La consulenza tecnica di parte: uno strumento efficace nei casi di separazioni difficili | |||
di Angela Ganci - Psicologa psicoterapeuta, mediatrice familiare - e-mail | |||
Considerata l'elevata percentuale di separazioni in Italia (vari studi al riguardo segnalano un au-mento del 60 per cento delle separazioni rispetto a dieci anni fa), si pone il problema di risolvere nel modo migliore i conflitti derivanti da un matrimonio fallito di cui i figli sono le vittime principali. Principalmente al fine di salvaguardare il benessere di questi ultimi e considerando anche il diritto di ciascun genitore di ricostruirsi una propria vita, accanto all'indispensabile figura dell'avvocato, ci si può avvalere del supporto fornito da un consulente esperto di fiducia, di solito un libero professionista che opera su specifico incarico di una delle parti in conflitto. Tale incarico può avere durata variabile: dipende dalla complessità della causa in corso. Il consulente deve sempre rispettare i principi di correttezza professionale, legalità e moralità. Essa contiene una serie di informazioni tratte sia direttamente dai colloqui con il genitore che richiede il servizio di consulenza, sia da eventuali colloqui con i figli, di solito maggiorenni, e solo se il coinvolgimento dei figli in questioni tanto delicate come la fine dell'unione dei genitori, non sia eccessivo e doloroso. Attingendo agli atti processuali della separazione in corso e valutandoli opportunamente, il consulente tecnico di parte fornisce valide informazioni che, unite a quelle in possesso dell'avvocato, aiutano il giudice a prendere decisioni con maggiore precisione ed un minor margine di errore. In una situazione critica come quella della separazione dei genitori, nella quale i figli sono esposti frequentemente a pesanti cambiamenti di vita, la presenza di un esperto a loro tutela è, senza dubbio, una scelta di maturità e responsabilità. |
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