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Rom: segnali inquietanti o lezione di civiltà? | |||
di Viviana Cinque - e-mail | |||
Negli ultimi tempi diversi fatti di cronaca hanno portato alla ribalta la presunta cultura delinquenziale dei Rom. Finora gli eventi, spesso efferati, compiuti da esponenti delle comunità Rom si erano fermati fuori dallo Stretto. Dopo il caso del parco della Caffarella a Roma dove una coppia di fidanzatini quindicenni è stata aggredita da due stranieri, a Palermo è toccata quasi la stessa sorte. Una sera di fine febbraio, poco dopo le 20, un ragazzo di 17 anni e la sua fidanzatina di 15 aspettano l'autobus davanti allo stadio, dal nulla sbucano tre ragazzi dall´accento slavo. Armati di un coltello, li hanno aggrediti, derubando il giaccone, le scarpe e il cellulare a lui che poi è stato anche schiaffeggiato, e un orologio a lei, molestata con frasi volgari e palpeggiata. Nella terra dell'omertà, però, la comunità Rom non ha taciuto e ha consegnato alle autorità i colpevoli dell'aggressione, fatto certamente importanto, sottolineato anche dal Governatore Raffaele Lombardo. Autori dell'aggressione, tre minorenni, due fratelli , uno di 14 e uno di 16 anni, e un loro cugino che accompagnati dai genitori hanno confessato tutto tra le lacrime e restituito la refurtiva. "La collaborazione della comunità nomade è stata preziosa in un´indagine così delicata - ha detto il questore Alessandro Marangoni -. Questo apporto si è unito alla sensibilità e alla professionalità dei dirigenti del commissariato San Lorenzo". Un grande esempio di cultura, nel senso più ampio del termine, arriva dalla madre della ragazza, "che fossero slavi o palermitani non fa alcuna differenza. È importante che chi ha fatto un gesto tanto grave sia stato individuato e che nessuno debba più subire violenze di alcun genere. Se è vero che i responsabili della comunità nomade di Palermo hanno aiutato la polizia sono pronta a stringere loro la mano". Dopo la violenza del parco della Caffarella, il sindaco capitolino Alemanno ha predisposto lo sgombero immediato dei campi rom. Dietro il pentimento e l'autodenuncia degli aggressori di Palermo, molti vedono lo spettro della paura che succedesse a Palermo quello che era toccato ai rom di Roma e di Napoli. Ciononostante la comunità si è scusata a gran voce, "nei confronti di questi tre ragazzini - dice Ali Salji, uno dei due rappresentanti della comunità - siamo stati molto duri, hanno compiuto un atto vergognoso che ci ferisce". Purtroppo la paura di non essere al sicuro "a casa propria" ha sempre la meglio e così pochi giorni dopo si assiste ad episodi di intolleranza come quello di Borgo Nuovo dove due ragazze rom sono state minacciate da alcuni passanti. Fino a quando si vedrà l'Altro - con i suoi colori, i suoi sapori e i suoi suoni - come una minaccia e non come una risorsa non si potrà avere integrazione. "Quello dei genitori dei tre ragazzi e, in generale, della comunità nomade di Palermo - conclude il presidente Lombardo - è un esempio che va segnalato a chi, sbagliando, tenta di seminare tra i cittadini paure inutili e, spesso, ingiustificate". |
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