anno 4
n. 3
26 gennaio 2009
sommario


PRIMA 
- Punti di vista
Il vero male del secolo
  (di Diego Fabra)
 

pag. 2: LE NOSTRE INIZIATIVE
- Pillole di solidarietà (di Michele Guccione)

pag. 3: MEDICINA
- Contro l'influenza troppi farmaci inutili(di Maria Rosaria Maresi) 
- Inbox
- Parte la task force dell’Associazione Nell’attesa
per fronteggiare l’emergenza Australiana


pag. 4:  speciale DIPENDENZA DA GIOCO
-
Macchinette, business di mafia (di Leone Zingales)

pag. 5: speciale DIPENDENZA DA GIOCO 

- La storia  (di Giusy Egiziana Munda )
- Quando ci si ammala di gioco  (di Giusy Egiziana Munda )
- In servizio dal 2006

pag. 6: MEDICINA
- Cure odontoiatriche: il laser ci aiuta a scacciare la paura del dentista (di Enza Bruno)
- Consigliati

pag. 7: RUBRICHE
- Lavoro e previdenza L'evoluzione storica 
  del fenomeno associativo
(di Eugenio Scotto 
  Di Tella)

- Mangiarbene
Il mandarino (a cura dello Studio
  Nutrizione e Dietetica)


pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?
- Farmacie di turno
- Annunci immobiliari

pagina 4 - speciale DIPENDENZA DA GIOCO
Macchinette, business di mafia
di Leone Zingales - e-mail

Alla fine degli anni '60, la mafia creò, purtroppo, una figura tanto cara al business più remunerativo, quello degli stupefacenti. Una figura indispensabile per l'arricchimento, per rimpinguare le casse delle organizzazioni siciliane e dei gangster Usa: il tossicodipendente (o, più volgarmente, il drogato). La dipendenza di migliaia di persone, per lo più giovani e giovanissimi, da eroina, da lsd, da cocaina e da qualsiasi altro tipo di sostanza stupefacente, ha provocato un terremoto nella società. Negli ultimi 40 anni, sono state migliaia le famiglie distrutte dal dolore, impoverite a causa dei debiti contratti dai propri congiunti con spacciatori e fornitori. E ancora, criminalità in costante aumento (rapine, scippi, furti) in quanto i tossici, per guadagnarsi la dose giornaliera, non hanno esitato a commettere i più disparati reati. E di droga a migliaia ne sono morti. Giovani e giovanissimi stroncati da overdose, caduti nel nome di un affare che le organizzazioni criminali come mafia, camorra e 'ndrangheta, hanno sempre considerato l'asse portante dei propri affari illeciti.

Con l'incalzante opera di demolizione di questo business da parte delle forze dell'ordine e della magistratura - con l'eccezionale risultato di ingenti quantitativi di stupefacenti sequestrati, l'arresto e la condanna di trafficanti, spacciatori e grossisti - le organizzazioni criminali, con il trascorrere degli anni, hanno dirottato l'obiettivo degli affari illeciti su altri settori, altrettanto remunerativi. Uno di questo è il business dei videopoker, delle macchinette mangiasoldi, del gioco d'azzardo elettronico, delle slot-machine. Apparecchi che, in larga parte, farebbero parte di un pacchetto di iniziative consigliate ai commercianti dagli emissari di ditte a volte apparentemente pulite, ma che, al contrario, sarebbero strettamente collegate a boss e malavitosi vicini alla mafia e al crimine organizzato. I rappresentanti consigliano la collocazione in bar, pub, circoli ricreativi, centri scommesse, di macchinette gestite da una determinata ditta piuttosto che da un'altra.

E' stato accertato, infatti, che, dietro il paravento di ditte pulite e trasparenti dal punto di vista legale e amministrativo, si celano in realtà personaggi vicini ai boss di mafia, camorra e 'ndrangheta. Più delle volte i titolari degli esercizi commerciali sono "costretti" (con le buone o con le cattive) ad affittare le macchinette di una ditta determinata anzichè rivolgersi al libero mercato. Altre volte i commercianti sono davvero ignari che, dietro alla faccia pulita di quel dato rappresentante, vi sia l'emissario della mafia. Naturalmente stiamo parlando in linea generale. 

La grande quantità di centri scommesse e di locali che hanno impiegato questo genere di attività ricreativa, sono in regola e lavorano nella massima legalità.
Ma torniamo al concetto espresso all'inizio. Una nuova figura è subentrata a quella del tossicodipendente.

Nel corso degli ultimi anni, grazie anche alla collaborazione di pentiti di piccolo e medio calibro, si è venuti a conoscenza che le attenzioni della mafia si sono accentrate verso questo grande affare. Le cosche a Palermo, tanto per fare un esempio, avrebbero deciso d'investire grosse somme di denaro, per fare arrivare a centri scommesse, bar, pub, paninerie ed altri esercizi commerciali, quante più macchinette possibili. Un affare di centinaia di milioni di euro all'anno.

E questa volta la figura creata ad arte dai mafiosi non è più quella del tossicodipendente da stupefacenti, ma quella, pure remunerativa, del tossicodipendente da gioco. Mariti, fidanzati, anziani pensionati, appassionati del gioco d'azzardo, del video-poker e di altre attività ludico-elettroniche similari, sperperano quotidianamente interi stipendi. Più volte le mogli, le sorelle, le madri, disperate, sono costrette a chiamare le forze dell'ordine per costringere i propri familiari a smettere con la droga del video-mangiasoldi. Clamoroso, un paio di anni fa, il caso delle donne di un rione del quartiere Brancaccio che segnalarano alle forze dell'ordine un circolo ricreativo nel quale decine tra mariti, fidanzati e fratelli stavano sperperando alle macchinette mangiasoldi il denaro che doveva servire a far andare avanti le famiglie.

E sono tanti i giocatori finiti i analisi, da psicologi e psicanalisti, nel tentativo di uscire fuori da questa triste realtà che viene oramai considerata come la droga del terzo millennio.
Lo scorso anno polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno scoperto che alcuni clan mafiosi palermitani erano direttamente coinvolti nella gestione della distribuzione della macchinette da gioco (videopoker ed altri similari). Le cosche più addentrate in questo genere di business sono quelle della Noce, di Brancaccio e di San Lorenzo,ma gli inquirenti sono convinti che quasi tutte le famiglie mafiose palermitane hanno avviato un filone interno relativo al guadagno derivante da questo affare degli anni 2000. 

Per segnalare, anche in forma anonima, situazioni illegali e uomini che sperperano denaro al video-poker o giochi d'azzardo irregolari, basta chiamare i numeri d'emergenza 112, 113 e 117. Lo scorso anno la polizia ha sequestrato una trentina di videopoker truccati, modificati da un'organizzazione che riusciva così ad introitare ingenti somme di denaro, inguaiando i giocatori che perdevano denaro senza sapere che le macchinette erano fasulle.

Chi ne fa le spese sono coloro che dilapidano interi stipendi davanti ai video-poker e giochi simili. Veri e propri tossicodipendenti che, a volte, devono rivolgersi alla psicoanalisi e agli esperti in psicologia per tirarsi fuori dalle sabbie mobili del gioco. Non a caso, nella Penisola, stanno sorgendo comunità di recupero per tossicodipendenti da gioco. A Palermo, la polizia ed i carabinieri, una volta delineata la figura di questi schiavi del gioco, allegano alla relazione di servizio anche un pro-memoria dedicato agli psicologi. Per salvare tanta gente dalla tossicodipendenza da gioco d'azzardo.

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