Il signor T ha quarantacinque anni. E' sposato, ha due figli in età scolare. Lavora per conto di un'azienda privata. E' laureato e non ha alcun problema particolarmente rilevante. 

Un giorno, assieme ad alcuni amici, entra in una sala da giochi per "passare il tempo". Vince una somma rilevante che lo porta a ritentare la fortuna. 

Perde. Riprova nuovamente e continua a perdere. Rimane intrappolato senza rendersene conto. Ben presto quelle macchine lucide e colorate diventano l'unico ossessivo pensiero di T. Diserta il lavoro. 
A casa è taciturno e pensieroso. Alla moglie che gli chiede cosa lo preoccupi, risponde evasivamente. Spesso si assenta senza motivo per lungo tempo, tornando a casa sempre più depresso. Un giorno la moglie riceve una telefonata dalla banca che le chiede di coprire il rilevante scoperto del conto corrente. 

La moglie scopre che nel corso dell'ultimo periodo sono stati fatti numerosi prelievi e che un assegno piuttosto consistente è stato presentato all'incasso. Le spiegazioni del marito sono evasive e infastidite. La moglie, sospettando una relazione, lo pedina. 
Lo scopre nella penombra di una sala giochi, intento a ciò che ormai la sua unica occupazione, con una sciarpa legata sotto il mento, occhiali scuri, totalmente assorto. A questo punto, disperata, si rivolge al servizio pubblico per cercare aiuto.