punti di vista | |||
Un dado per amare | |||
di Michele Guccione | |||
Come ormai sapete mi concedo spesso il lusso di affondare nel dolce mare della retorica, di assaporare il gusto antico dei sentimenti, di dipingere piccoli affreschi della vita che non conta… Periodo natalizio. Portici di piazzale Ungheria. Palermo centro. In mezzo al via vai degli acquisti e al piacevole rumore della città attiva e pulsante vengo attratto da un gruppetto di ragazzine di età pre-adolescenziale che invita i bambini che passano a fermarsi: il tempo di tirare un grosso dado di cartone. Davanti alcune ceste colme di doni. Spiegano, con fare attento e convinto, che ad ogni faccia del dado corrisponde una delle ceste, dove andare a pescare un regalino. Le facce del dado contengono alcune frasi che dovrebbero costituire sei regole dell'amore cristiano. Un gioco. Un'opportunità, forse, per ridare senso a un Natale consumistico e per fare accomodare, nella culletta della mangiatoia, il piccolo Dio la cui nascita vorremmo festeggiare. Un bambino, intorno ai sei anni, di cui si intuisce un handicap psico-fisico, trova la cosa entusiasmante. Gli occhi attratti dal dado e dalle ceste coi regali. La mamma si affretta a dire che non possiede denaro da uno di quei gesti d'amore contenuti sulle facce del dado. Vado via con tanti pensieri. Un carico umano che ha una sola possibilità di uscire dall'anonimato: incontrare qualcuno che li ami per la gioia di far nascere un sentimento. Adesso sono certo: sotto i portici ho incontrato le persone importanti della nostra città. |
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