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punti di vista | |||
L'incanto | ||||
di Diego Fabra | ||||
A me piace il presepe. Non è la risposta alla celebre domanda di De Filippo. È solo la premessa per parlare dell'argomento: l'incanto. Mi accade di guardare le vetrine con le statuine, dentro piccoli scorci di un paese imprecisato che ci ostiniamo a immaginare sia Betlemme, e sognare. Mi appare come una magia trovar riprodotta una legnaia vicino a un forno acceso, dove un omino vestito in semplicità sorride appoggiato a due grosse pietre dove risiede un cesto con dei pani appena cotti. Più in là una donna stende la biancheria: il suo volto è sereno. Ha una casetta con una scala che si arrampica lungo il costone della montagna: davanti il giardino dove alcuni animali da cortile stanno in libertà. La magia prosegue, mentre al pozzo, un antico pozzo di pietra, chiacchierano due uomini neri aspettando di riempire damigiane d'acqua: uno ha un carico di banane, l'altro semplicemente acqua. La loro stanchezza si legge nel curvare del corpo e nelle pieghe del viso. Tutto ha una vita propria. Lo scorrere dell'acqua da una sorgente sembra riportare a un mondo pulito e bello, dove ogni cosa è al suo posto. La natura serve perché è servita, l'uomo ha tempo e voglia di incontrare i suoi simili, le costruzioni in pietra sono riscaldate dal fuoco domestico, i cibi sono cibi e non merce. Sono davvero contento di avere ancora tempo e voglia di restare incantato davanti a una vetrina. Restar fermi, dinanzi a una vetrina o a un angolo di cielo o a una musica, contemplando l'armonia, immaginando un dio compiaciuto, un autore sapiente. Egli è impegnato a costruire la magia del presepe della mia vita, e magari anche lui resta incantato dinanzi a me, sua creatura. |
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