anno 3 
n. 44 
8 dicembre 2008
sommario


PRIMA 
- Punti di vista L'incanto (di Diego Fabra) 
-
Vitamina D contro l'osteoporosi 

pag. 2: MEDICINA
- Medicina antiaging l'importante ruolo 
del curcumin
(di Enza Bruno) 

pag. 3: MEDICINA
- Un figlio dopo gli "anta" non sogno, ma realtà (di Claudio Ragno) 
- Inbox

pag. 4:  MEDICINA
-
Riflettendo sui neuroni specchio (di Elisabetta Nappo) 
-
Recapiti utili

ag. 5: UN PO' DI RELAX 

- Cruciverba (a cura di Rita Patti) 
- Sudoku
- Scacchi
- Soluzioni dei giochi
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pag. 6: ATTUALITA'
-
Adesso Fido può viaggiare in treno  (di Giusy Egiziana Munda) 
- Consigliati

pag. 7: RUBRICHE
- Langolo del farmacista
  I benefici dell'arnica (di Angela Bonafede)
- Mangiarbene
Ragù di soia di Aurora (a cura dello Studio Nutrizione e Dietetica)
-
Annunci immobiliari

pag. 8: CERCHI UNA FARMACIA?
- Farmacie di turno

pagina 4 - MEDICINA
Riflettendo sui neuroni specchio
di Elisabetta Nappo - psicologa, psicoterapeuta

Il neurologo indiano Vilayanur Ramachandran - noto per il suo lavoro nei campi delle neuroscienze del comportamento e della psicofisica - ha detto che i neuroni specchio rappresentano per le neuroscienze quello che il Dna ha rappresentato per la biologia. Neuroni specchio… forse non tutti sanno di cosa stiamo parlando.

Risalgono al 1996 le prime pubblicazioni dell'equipe del Prof. Giacomo Rizzolatti dell'Universi-tà di Parma, relative alla scoperta di un tipo particolare di neuroni nel cervello della scimmia (i neuroni sono le cellule che costituiscono il sistema nervoso). 
Come molte delle scoperte scientifiche più importanti e interessanti, anche la scoperta dei neuroni specchio fu del tutto casuale: i ricercatori si accorsero che gli elettrodi applicati nelle cellule cerebrali motorie del macaco (le prime cellule che si attivano nella sequenza che controlla i muscoli) si attivavano non solo durante un'azione finalizzata compiuta dall'animale, ma anche - e fu questo l'aspetto sorprendente - alla semplice osservazione del movimento compiuto da altri. Proprio in virtù della capacità di "riflettere" l'azione altrui, tali cellule furono chiamate "neuroni specchio" (mirror neurons); non passò molto tempo che la presenza di tali neuroni fu rilevata, con complesse tecniche non invasive, anche nell'uomo.

Alla luce delle scoperte che a quella prima seguirono numerose, ciò che accade nel cervello umano può essere riassunto nel modo seguente: per mezzo dei neuroni specchio la sola osservazione di un'azione determina, in colui che osserva, l'attivazione dello stesso circuito nervoso deputato a controllarne l'esecuzione; in modo più semplice, mentre guardiamo qualcuno che alza un braccio, i nostri neuroni specchio dell'area motoria corrispondente si attivano come se anche noi stessimp muovendo lo stesso braccio. 
Potremmo dire che Dio, la natura o chi per loro, ci abbia predisposto per "simulare" in maniera del tutto inconscia, dentro la nostra mente-cervello, ciò che le altre persone fanno, risultando in grado così di "ricostruire" al nostro interno le intenzioni degli altri e di accedere alla comprensione dei loro stati mentali. 

Il meccanismo dei neuroni specchio sembra costituire pertanto il fondamento biologico dell'empatia, della capacità cioè di cogliere intuitivamente gli stati d'animo di coloro che ci stanno intorno.

Tale scoperta, dal punto di vista dello sviluppo individuale, mostra con evidenza, direi proprio "scientifica", quello che ciascuno di noi ha sempre considerato un dato di assoluta ovvietà, il fatto che viviamo immersi in una trama intensa di relazioni fin da quando veniamo al mondo (i neuroni specchio sono presenti nel cervello fin dalla nascita, probabilmente anche da prima), programmati per essere influenzati dal contesto esterno. Per inciso, abbiamo trovato sempre estremamente affascinante l'isomorfismo tra le connessioni che si stabiliscono tra i neuroni, e in qualche modo più ve ne sono nel cervello più possiamo dirci "intelligenti", e le "connessioni" umane, dove anche qui più relazioni e scambi riusciamo ad avere con gli altri e con l'ambiente circostante più il nostro bagaglio di esperienza e di conoscenza si fa intenso e ricco.

Non possiamo sapere quali implicazioni per la comprensione della mente "sana" e "patologica" emergeranno ancora dallo studio dei neuroni specchio; sono state già compiute per esempio interessanti ricerche sul coinvolgimento di questi neuroni nei disturbi di tipo autistico e i risultati sembrano proprio indicare una precisa correlazione tra i due elementi. Per quanto ci riguarda ci piace soprattutto pensare al funzionamento dei neuroni specchio come ad una sorta di eco motoria che risuona dentro di noi davanti all' "altro da noi", alle sue azioni, ai suoi sentimenti, un rispecchiamento del corpo e nel corpo, che ci fa sentire di essere parte di una totalità, di un cosmo che tutti ci avvolge e ci fa pulsare all'unisono. Accompagnati dalle neuroscienze possiamo così entrare nel regno dell'ineffabile relazionale e della magia dell'empatia, dove non ha cittadinanza alcuna rigida dicotomia tra corpo e anima e siamo restituiti alla nostra inscindibile umana unità psico-fisica.

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