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pagina 3 - MEDICINA | |||
Dolore da cancro: ne soffrono sei donne su dieci |
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Fonte Ufficio stampa ONDA | ||||
L'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna ha realizzato nel mese di aprile un'indagine sul tema del dolore di cui sono affette le donne con tumore al seno, nella quale è stato coinvolto l’ospedale oncologico Mauri-zio Ascoli di Palermo La ricerca è stata realizzata raccogliendo 500 questionari compilati da pazienti presso 49 reparti di oncologia distribuiti nel territorio nazionale. Il campione preso in esame nel 43% dei casi dichiara di soffrire attualmente a causa del tumore, il 21% rivela di aver sofferto in passato e il 21% di non provare dolore. Analizzando l'intensità del dolore avvertita dalle pazienti si nota che, in una scala da 0 a 10, la percentuale maggiore di donne che vivono una condizione di sofferenza (circa il 26%) è formata da coloro che hanno una malattia in fase metastatica e un dolore di intensità media, pari a 5. Considerando invece il dolore di forte intensità (pari a 8), si nota che questa condizione riguarda soprattutto donne che hanno subìto una mastectomia (20%) e quelle che sono sottoposte ad un trattamento di chemioterapia (17,2%). Per quanto riguarda la cura del dolore le donne dichiarano per il 57% di seguire una terapia e per il 22% di averne fatto ricorso in passato. Due donne su dieci affermano di non aver utilizzato alcuna terapia antalgica. Si notano inoltre diverse fonti di prescrizione, tra cui spiccano l'oncologo (81,2%) e il medico di famiglia (14,4%). In dettaglio, se gli oncologi sono i medici che consigliano più frequentemente le donne che vivono la fase metastatica (89%) e coloro che ricorrono alla chemioterapia (68%), i medici di famiglia sono, per più della metà delle donne che hanno subìto una mastectomia (59%), il punto di riferimento per l'assunzione di farmaci e la scelta di terapie opportune. Ma quali cure seguono le donne che hanno un tumore al seno, per lenire la sofferenza? In linea generale, si usano prevalentemente farmaci antidolorifici tradizionali (92,7% delle donne intervistate), mentre si dedica scarsa attenzione a tutti gli altri tipi di rimedi (fisioterapia, omeopatia, medicina naturale etc.). La scelta del farmaco, tuttavia, si rivela spesso inappropriata per dosaggio, formulazione e principio attivo e non adeguata alla reale intensità del dolore. La conseguenza è che, spesso, la terapia si rivela poco efficace nel ridurre la sintomatologia, soprattutto se di livello medio-elevato. In generale, la ricerca evidenzia un ricorso eccessivo a FANS e oppioidi deboli che, a differenza degli oppioidi forti, non sono in grado di controllare efficacemente il dolore moderato e severo. Nel gruppo che dichiara di provare elevati livelli di sofferenza, ad esempio, ricorrono ai FANS e agli oppiacei deboli il 75% delle pazienti mastectomizzate o in chemioterapia e il 54,5% di quelle con tumore metastatico; nel campione con dolore moderato, i FANS e oppiacei deboli sono somministrati al 75% delle donne in chemioterapia e al 60% di coloro che presentano metastasi, mentre gli oppioidi forti - rispettivamente - al 25% e al 40% dei due gruppi. Tra gli oppioidi forti, inoltre, contrariamente alle linee guida OMS, si tende a preferire i prodotti transdermici (cerotti), che non consentono di modulare e modificare il dosaggio del farmaco, secondo il variare dell'intensità dei sintomi. Valutando infine il gruppo con intensità di dolore bassa, si rileva che, quando il dolore è presente, questo risulta essere ben controllato dall'utilizzo di oppioidi forti orali. La divisione delle pazienti in tre gruppi permette di verificare il diverso impatto della malattia sulle condizioni di vita per diversi livelli di intensità: da un livello basso ad uno molto alto. In linea di massima, gli effetti più pesanti si avvertono nell'ambito del lavoro (molto penalizzato, secondo il 25,8% del campione), delle attività domestiche (24%), l'umore (22%) e la deambulazione (17,6%). Prendendo in esame intensità medio-alte e alte, nel dettaglio si nota che la chemioterapia limita fortemente il sonno, le attività domestiche, l'appetito e l'umore.Nel caso di malattia metastatica i limiti più evidenti influiscono sulla capacità di svolgere le faccende domestiche, sulla deambulazione, sul lavoro e sulla concentrazione. In senso generale, per chi ha subìto una mastectomia vi sono meno effetti negativi, salvo la qualità del sonno, le attività domestiche e la concentrazione per le quali le donne dichiarano di avere effetti negativi in misura significativa. |
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