Le cronache sono piene in questi giorni di sperperi di milioni di euro da parte di enti e società pubbliche, mentre non ci sono soldi per fare funzionare i beni culturali e il turismo, la raccolta dei rifiuti e l'igiene pubblica, l'assistenza sociale e quella domiciliare per gli anziani.
Si dice che i cittadini devono sottoporsi a sacrifici e pagare più tasse, che bisogna apportare tagli alla spesa sanitaria. Tutti principi condivisibili se poi ai soldi pagati e ai sacrifici corrispondesse un servizio, se quei soldi finissero nel posto giusto.
Invece così non è. E a farne le spese, come al solito, sono i più deboli, fra questi i bambini il cui sorriso è il primo valore che noi adulti dobbiamo mantenere. Tutti sanno che è nel periodo scolastico che bisogna fare la più importante prevenzione, sottoponendo i bambini a visita oculistica. Perchè le principali anomalie della vista, come l' "occhio pigro" o "storto", sono latenti ma si devono scoprire a questa età e curarle subito: dopo è troppo tardi.
Fino a qualche anno fa era il servizio pubblico a garantire le visite oculistiche nelle aule, la prevenzione era assicurata come un servizio dato per scontato. Adesso questo non si fa più, non ci sono soldi. La prevenzione per la vista dei bambini la fanno solo quelle famiglie che hanno un buon reddito e che possono permettersi questa spesa.
Noi lo riteniamo una grande ingiustizia e per questo abbiamo attivato in questo periodo uno screening gratuito della vista dei bambini in età scolare. Come al solito è una goccia nel mare: abbiamo ottenuto la disponibilità di alcuni amici che operano nel privato e che possono visitare venti bambini per volta. Umanamente non si può fare di più.
L'auspicio è che dopo questo faticoso inizio altri aderiscano alla nostra iniziativa, che l'indifferenza si sciolga di fronte allo sguardo di un bambino che chiede aiuto.
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