anno 4
n. 47
21 dicembre 2009
sommario



PRIMA
- EDITORIALE
HO VISTO... (di Michele Guccione)

pag. 2: INIZIATIVE
-
Diamo un piccolo aiuto concreto all'ANIO

pag. 3: SOLIDARIETA'
-
Missione giovani (di Franca Barra)

pag. 4:  SPECIALE
-
Attraverso il teatro si potrebbe fare tanto, basta volerlo (di Giusy Egiziana Munda)

pag. 5: SPECIALE
- A Palermo le "Giornate della salute mentale"

pag. 6: VETERINARIA
-
La caciotta della Mucca Carolina (di Paolo Giambruno)
- Consigliati

pag. 7: SERVIZI
-
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- Annunci immobiliari

pagina 4 - SPECIALE
Attraverso il teatro si potrebbe fare tanto, basta volerlo
servizi di Giusy Egiziana Munda - giusymunda@nellattesa.it

"Far recitare i nostri ragazzi con il teatro vuoto sarebbe triste. Sono 3 mesi che lavorano e s'impegnano. Il 22 e 23 dicembre, al Teatro Biondo di Palermo, la nostra Associazione metterà in scena la favola musicale "Petali nel Blu", spettacolo di sensibilizzazione contro gli effetti dell'abuso di alcool tra le giovani generazioni e le stragi del sabato sera." Ce lo ricorda Pippo Sicari,che degli spettacoli cura sceneggiatura e regia.

"Quello delle stragi del sabato sera è un tema toccante - commenta Sicari - Ogni messaggio arriva, colpisce e tocca fino in fondo. I nostri musical trasmettono emozioni sempre più forti. La cosa straordinaria è che chi li ha visti si è trovato carico di un'energia, di una serenità d'animo e di una positività inesprimibili. Io stesso, che scrivo i testi, mi emoziono continuamente ogni volta che si prova. La cosa straordinaria - continua - è che, sino ad 11 anni fa, non immaginavo che il modo di trasmettere importanti contenuti e messaggi di carattere umano,sociale ed educativo, sarebbe stato quello del musical, con l'eco che questa forma d'arte sta avendo. I nostri spettacoli teatrali rappresentano un modo per far sapere alla società civile che Brancaccio non è solo il quartiere che fa parlare per fatti di mafia e di violenza, ma - anche e soprattutto - che è l'espressione di realtà belle e sane che sanno trasmettere anche cultura e valori basilari come quelli dell'amicizia, dell'amore, della libertà, della solidarietà e della legalità. Il nostro teatro è la dimostrazione, in piccolo, di come dovrebbe funzionare la società civile: il concorso di tutti è indispensabile, da soli non si realizza nulla. E se c'è qualcuno che non funziona, nulla funziona. Se ognuno fa qualcosa le cose andrebbero meglio".

L'emblematica frase di Padre Pino Puglisi, che Pippo Sicari ama spesso ripetere, ricordando il parroco barbaramente ucciso dalla mafia nel 1993, costituisce la guida all'azione del medico di Brancaccio e di quanti hanno raccolto l'eredità di "Padre Pino". Così, da 11 anni, circa 150 persone dedicano gratuitamente il proprio tempo ai ragazzi a rischio di Brancaccio, proponendo loro un modello di vita differente. 

Lo fanno attraverso la formula del teatro. Sono "Quelli della rosa gialla" (fiore preferito da Padre Puglisi), l'associazione di Brancaccio che ha dato vita a numerosi musical di successo. "Ne abbiamo realizzato sette, ognuno legato ad una tematica ben precisa", afferma Pippo Sicari, che osserva: "L'obiettivo educativo e culturale viene espresso, grazie all'impegno di tutti, attraverso la forma di uno spettacolo ben realizzato, ben cantato, fatto da artisti veri che esprimono la propria arte sul palcoscenico e da quanti partecipano alacremente alla realizzazione degli spettacoli, curando integralmente le varie componenti: dalla sceneggiatura alla scenografia, dalle coreografie alle musiche, fino ai costumi. L'unico nostro problema - ricorda Sicari - è che lavoriamo senza mezzi economici che ci sostengano. Il nostro è volontariato puro e ci dedichiamo agli spettacoli nei momenti liberi dal lavoro e dallo studio".

Nella vita di tutti i giorni, i protagonisti di "Quelli della rosa gialla" sono persone comuni che lavorano e combattono contro i problemi della vita quotidiana, il disagio, la malattia. Sono persone "per bene", ma, anche, soggetti disabili e ragazzi "terribili" del quartiere che, nel periodo in cui frequentano l'associazione, mostrano sensibilità ed educazione. Nel tempo libero si dedicano al progetto, nel quale credono e dentro il quale chiunque trova lo spazio e il modo per esprimersi. "Le diversità da noi non esistono", sottolinea Sicari. "Si respira la solidarietà, il rispetto, l'affetto reciproco. Si tratta di esperienze che cambiano le persone in meglio e, se cambiano le persone, cambia anche la società", afferma convinto.
Senza contare gli effetti benefici che l'utilizzo del musical ha sulla salute. "Ho coinvolto diversi miei pazienti in quest'avventura, proprio perché ha un benefico effetto terapeutico", rivela Sicari, che prosegue spiegandoci che "i musical danno aiuto, stimolo e forza a quanti - depressi, disabili, o afflitti da malattie anche gravi - hanno la necessità di essere incoraggiati da un messaggio positivo che dia loro la forza di continuare a vivere". 

Ma siete sostenuti e aiutati da altri soggetti esterni all'associazione, ad esempio istituzioni, enti, società civile?...
"Se le istituzioni ci sostenessero, anzicché ignorare il nostro progetto, potremmo dimostrare che la strada indicata dalla nostra associazione attraverso il lavoro teatrale potrebbe dare un futuro a tanti giovani. Io, ve lo confesso, un po' solo mi sento. A settembre volevo mollare tutto, stanco e scoraggiato, anche perché molti ragazzi stavano per andarsene. In fondo, come ogni rosa, anche questa è piena di spine. Ma il mio pensiero non può che essere rivolto a loro. Loro che non possono essere lasciati soli. E questo mi ha dato la forza di continuare. Ho bisogno di una squadra che mi sostenga, di questa squadra fanno già parte tutti quelli che a questo progetto credono. Tra gli amici il Questore di Palermo, Alessandro Marangoni, particolarmente vicino e sensibile al nostro impegno sociale e che ha sposato la nostra iniziativa, come pure padre Garau, che ci sostiene con la sua Associazione Jus vitae. Ma mi auguro di poter contare su tanti altri amici, come la vostra associazione e, anche, su una considerevole rappresentanza della società civile palermitana che sappia ascoltare e sostenere belle realtà in grado di emergere come la nostra. Forse, così, la speranza di creare qualcosa di buono può diventare realtà".

Dopo “Petali nel Blu”, a quali altri progetti lavorerete?
"Il nostro desiderio è quello di trovare un produttore che ci permetta di realizzare DVD dei nostri spettacoli da divulgare in tutte le scuole d'Italia, come, pure, di istituire un servizio in abbonamento per il prossimo anno indirizzato alle scuole. Questo ci darebbe la possibilità di trasmettere messaggi sani e culturalmente importanti, partendo dai giovani, ma utili a tutti".

Del resto, non è la prima volta che è stato richiesto il vostro contributo a fini educativi…
"E' vero,i nostri spettacoli si sposano perfettamente con la filosofia che guida i programmi di prevenzione dei problemi dell'abuso di alcool e delle stragi del sabato sera, tant'è che in occasione di due recenti incontri delle forze dell'ordine con i ragazzi di due scuole superiori palermitane (nell'ambito del progetto Icaro) è stata chiesta la nostra collaborazione".

Vuoi tracciare un bilancio di questi anni di duro, ma appassionato lavoro?
"I nostri ragazzi in tutti questi anni sono diventati bravi. E che il nostro teatro sia gradito dal pubblico mi gratifica parecchio, come pure il fatto che tanti di loro, avvicinandosi a noi, attraverso l'adesione ad un grande progetto, hanno abbandonato la strada, hanno scoperto i valori dell'amicizia, della legalità, della trasparenza, riappropriandosi della propria dignità, dei propri sogni, delle proprie idee. Nei nostri musical, attraverso la forma della favola, raccontiamo grandi verità: si parla di disoccupazione, del disagio giovanile, della fuga dei migliori che fuggono dalla nostra terra. Questa nostra idea, attraverso la diffusione della cultura, potrebbe creare lavoro, solo se ci fosse la volontà di ascoltare i giovani e le famiglie che vivono quotidianamente il disagio dei nostri tempi, come quello di trovare un lavoro dignitoso. Attraverso il teatro si potrebbe fare tanto, soprattutto se ci mettessero nelle condizioni di poterlo diffondere a partire dalle scuole".

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