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pagina 6 - AMBIENTE | |||
Trent'anni di Area marina protetta ad Ustica | ||||
di Aldo Messina - Sindaco di Ustica - aldo_odecon@libero.it | ||||
Iniziamo dalle conclusioni: in qualsiasi parte del mondo si pronuncia il nome Ustica, il luogo è identificato, omettendo la vicenda dell'aereo (peraltro mai precipitato), perché questa è la sede di una delle prime due Aree marine protette d'Italia. Per questo gli usticesi continuano, nonostante tutto, a ritenere l'A.M.P. elemento fondamentale della propria identità. L'isola di Ustica, un vulcano spento dal quaternario superiore, ultimo Comune della "faglia geologica europea", trentasei miglia a nord di Palermo, con una particolarità: sui suoi fondali è possibile osservare almeno il 50% delle specie vegetali marine di tutto il Mediterraneo. Per essere più preciso, è la piccola parte emersa di un vulcano alto tra i 2000 ed i tre mila metri che, pertanto, è in gran parte sommerso. Perché? Le acque marine dell'Oceano Atlantico entrano, con corrente di superficie, dallo Stretto di Gibilterra, relativamente poco profondo con i suoi 330 mt, verso il Mediterraneo, un mare quest'ultimo da sempre impoverito in quantità dall'enorme evaporazione, che non riesce ad essere compensata da piogge e fiumi ed è, pertanto, più salato dell'Atlantico. Le acque marine, per osmosi, fluiscono dall'Atlantico verso il canale di Sicilia e l'Egeo, arricchendosi nel loro percorso della salinità mediterranea (per questo detta "acqua levantina"). Giunte già in prossimità dell'Egeo, la maggiore salinità da un lato ne aumenta il peso determinandone la sedimentazione in una profondità intermedia, dall'altro, ricreandosi una condizione osmotica opposta alla precedente, fa assumere al fluido marino una direzione da Levante verso Gibilterra. Il Mediterraneo assume così una triplice stratificazione: superficiale a direzione levante, intermedia verso Gibilterra e, laddove i fondali lo consentono, profonda stratificata. Ustica, per la sua posizione geografica, prospiciente lo stretto di Gibilterra, è posta al centro di questi flussi marini, possiede una profondità marina ( 2-3000 metri) che consente la stratificazione delle acque ed infine è di natura vulcanica e, pertanto, recettiva all'impianto di specie vegetali. Questo fa sì che ad Ustica le vegetazioni marine siano particolarmente rigogliose. Se a questi doni della natura si aggiunge il fatto che, per fortuna, Ustica è stata da sempre amministrata da politici volti alla salvaguardia dell'ambiente, è parso quasi "naturale" istituire qui una delle prime due aree marine protette d'Italia. Il termine "riserva" evoca un concetto di area proibita dove non è possibile alcuna attività ed è stato, pertanto, sostituito recentemente dal legislatore con quello di "area marina protetta", termine che richiama un'idea di salvaguardia della natura a tutto vantaggio del cittadino che, usufruendone, diviene anch'esso elemento protetto. Questo è, o dovrebbe essere, il moderno concetto di area protetta. Negli ultimi decenni la salvaguardia di sempre più ampi spazi costieri o insulari è divenuta, soprattutto nei Paesi a più alto livello di sviluppo, una necessità impellente, dettata, soprattutto, dalla crescita continua e incontrollata degli interessi umani che gravitano sulla fascia costiera. Si calcola, infatti, che circa l'80% della popolazione mondiale viva stabilmente in una zona non più distante di ottanta chilometri dalla costa. Questo ha determinato e determinerà una conflittualità sempre più accentuata, a causa dei molteplici interessi antropici che trovano collocazione lungo le coste: centri abitati, centri turistici, porti, insediamenti industriali, riserve costiere. Interessi che si scontrano con quanti comprendono che il mare è, al tempo stesso, vita e risorsa e va salvaguardato. Conflittualità ancor più evidenti in territori piccoli e con poche economie alternative: le isole. La definizione di parco naturale ci tornerà utile più avanti. Le finalità sono quelle della protezione ambientale dell'area, tutela e valorizzazione delle risorse, diffusione e conoscenza della biologia degli ambienti marini e delle peculiari caratteristiche mineralogiche e geomorfologiche della zona, effettuazione di programmi di ricerca scientifica nel settore della biologia marina e della tutela ambientale. La prima legge italiana che si è concretamente occupata della protezione del mare è stata la n. 979 del 31 dicembre 1982 "Disposizioni per la difesa del mare". Contemplava le norme riguardanti l'istituzione di riserve marine, ma non è risultata lungimirante relativamente alla previsione degli strumenti gestionali ed al coinvolgimento nella gestione delle comunità e degli Enti locali. Vi venivano individuate 20 aree da destinare a riserva, tra cui l'Isola di Ustica e le Isole Egadi. La legge quadro n, 394 del 6 dicembre 1991, detta i principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale. Con questa legge sono state individuate 28 aree marine-costiere degne di protezione dal punto di vista naturalistico. L'art. 7 "Misure di incentivazione" per i Comuni e le Province il cui territorio è compreso (in tutto o in parte) entro i confini di un parco nazionale e a quelli il cui territorio è compreso (in tutto o in parte) entro i confini di un parco naturale regionale prevede, che venga attribuita priorità nella concessione di finanziamenti statali e regionali richiesti per la realizzazione, sul territorio compreso entro i confini del parco stesso, dei seguenti interventi, impianti ed opere previsti nel piano per il parco di cui, rispettivamente agli articoli 12 e 25: restauro dei centri storici e edifici di particolare valore storico e culturale; recupero dei nuclei abitati rurali; opere igieniche ed idropotabili e di risanamento dell'acqua, dell'aria e del suolo; opere di conservazione e di restauro ambientale del territorio, ivi comprese le attività agricole e forestali; attività culturali nei campi d'interesse del parco; agriturismo; attività sportive compatibili; strutture per l'utilizzazione di fonti energetiche a basso impatto ambientale, quali il metano e altri gas combustibili, nonché interventi volti a favorire l'uso di energie rinnovabili. Il medesimo ordine di priorità di cui al comma 1 è attribuito ai privati, singoli o associati, che intendano realizzare iniziative produttive o di servizio compatibili con le finalità istitutive del parco nazionale o naturale Regionale. 1 - continua |
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