Un pacemaker, o generatore d’impulsi, è un dispositivo che consente di stimolare elettricamente il cuore e di normalizzarne il ritmo; è costituito da un involucro in cui è posta una batteria ed una serie di circuiti elettrici ed è collegato al cuore tramite fili elettrici chiamati elettrocateteri. La funzione di questi ultimi è quella di veicolare impulsi elettrici dalla batteria al cuore; alla stimolazione elettrica del cuore segue la contrazione del cuore.
A chi viene messo il pacemaker?
In presenza di una bradiaritmia, cioè quando il cuore batte ad una frequenza troppo bassa, tale da produrre dei disturbi, oppure una condizione di rischio per il paziente, l'impianto di un pacemaker è in grado di normalizzare il ritmo cardiaco trattando il problema in via risolutiva.
L'intervento
L'intervento viene eseguito, in genere, in anestesia locale. Viene eseguita un’incisione di 3 o 4 centimetri di lunghezza in sede sottoclavicolare. Si isola una piccola vena in cui si inserisce l'elettrocatetere, con l'ausilio dei raggi X,che viene posizionato nelle cavità cardiache, atrio o ventricolo destro, a seconda del tipo d’impianto. Successivamente, si pratica una seconda incisione per creare una piccola "tasca" sotto la pelle ove viene posizionato lo stimolatore. L'intervento, in media, richiede una o due ore a seconda del dispositivo da impiantare; il giorno successivo, o 48 ore dopo il paziente può tornare al proprio domicilio. Dopo l'intervento viene consegnata al paziente una tessera cartacea o magnetica (da portare sempre come la carta d'identità) ove sono contenuti i dati del medico, il tipo di stimolatore cardiaco, gli elettrocateteri impiegati, i controlli eseguiti, i parametri di stimolazione.
I controlli
Il controllo del pacemaker viene eseguito in genere ogni sei mesi; solitamente, si esegue presso il centro in cui è stato impiantato ed è finalizzato ad ottenere informazioni sul funzionamento dello stimolatore tramite un computer. Usualmente, un generatore d’impulsi ha una durata compresa tra i cinque e i dieci anni. Quando la pila non funziona più, si programma la sostituzione dello stimolatore che viene effettuata nelle settimane successive con un intervento molto più semplice e rapido del primo.
Le precauzioni
Il paziente può tornare presto ad una vita normale senza sostanziali limitazioni. Vi sono, comunque, delle precauzioni da adottare: comunicare sempre al personale sanitario di essere portatore di un pacemaker; non indossare vestiti troppo aderenti che possano irritare la cute sovrastante lo stimolatore; evitare sport violenti che comportino traumi sulla regione ov’è situato il pacemaker, o attività che comportino forti vibrazioni (autoscontro, equitazione). Non ci si deve preoccupare per l'uso di dispositivi elettrici purché siano ben funzionanti e con un’adeguata messa a terra (spine tripolari). Tuttavia, bisogna prestare attenzione a possibili interferenze elettromagnetiche che potrebbero alterare il funzionamento dello stimolatore cardiaco. Mantenere i telefoni cellulari ad una distanza minima di 15 cm. Non sostare tra i rilevatori di sistemi di antifurto all'uscita dai negozi. Per quanto riguarda i rilevatori di metalli all'ingresso di banche ed aereoporti (metal detector), presentare la tessera di portatore di pacemaker al personale addetto. Le apparecchiature per risonanza magnetica, radiazioni ionizzanti terapeutiche, terapie ad ultrasuoni, diatermia, stimolazione nervosa o cutanea (TNS), in genere sono procedure diagnostiche o terapeutiche controindicate. Occorre informarne il medico che deve eseguirle. Non sostare nelle vicinanze e non toccare apparecchi elettrici difettosi, trasmettitori o ripetitori radiotelevisivi, radar, linee ed apparecchiature ad alta tensione, attrezzature industriali quali saldatrici elettriche ad arco, forni elettrici. Non attraversare aree sulle quali è apposto il simbolo "Divieto per i portatori di pacemaker" Consultare il proprio medico prima di sottoporsi a diatermia, elettrochirurgia, elettrocauterizzazione, cardioversione elettrica, litotripsia.
Nuove applicazioni
Il pacemaker è utile nei casi in cui il cuore è affetto da un’aritmia che comporti un rallentamento del ritmo cardiaco (bradicardia). Oggi è possibile utilizzare questi dispositivi anche per alcune forme di aritmia diverse, come la fibrillazione ventricolare, un’aritmia gravissima che non consente alcuna contrazione cardiaca ed in cui si perde immediatamente conoscenza. A volte, può condurre alla morte se non prontamente trattata. Nelle situazioni a rischio causate da questa aritmia si procede all’impianto di un pacemaker particolare chiamato defibrillatore impiantabile o ICD (Implantable Cardioverter Defibrillator) che è in grado di erogare una scarica elettrica di defibrillazione ogni volta che si presenta questa aritmia, consentendo il ripristino di un normale ritmo cardiaco.
In genere, un pacemaker stimola elettricamente il ventricolo destro. Tuttavia, in alcune forme particolari di scompenso cardiaco, ove vi sia un ritardo di contrazione tra il ventricolo destro ed il ventricolo sinistro, è possibile eseguire una stimolazione di entrambi i ventricoli (CRT, stimolazione biventricolare) al fine di sincronizzare l'attività meccanica del cuore.
Conclusioni
Vivere con il pacemaker non dev’essere un motivo di ansia e preoccupazioni eccessive. Lo stimolatore non è uno strumento misterioso ed è costruito con accorgimenti che danno il massimo affidamento.La sua applicazione consente non solo di eliminare taluni disturbi gravi e minacciosi, ma anche di migliorare notevolmente la qualità della vita. Moltissime persone in tutto il mondo, grazie al pacemaker, hanno potuto riprendere una vita attiva e realizzare progetti ed aspirazioni che avevano già abbandonato. Vivere con un pacemaker non è una menomazione, lo dimostra l'esperienza di milioni di pazienti in tutto il mondo tra cui l'ex presidente della Repubblica Ciampi, il papa Benedetto XVI°, il presidente Silvio Berlusconi e tanti altri. I progressi già notevoli della medicina e della tecnologia elettronica in questo campo, costituiscono una garanzia per la realizzazione di stimolatori sempre più durevoli e sicuri. Tuttavia, come accade in ogni altro tipo di terapia, anche con il pacemaker i migliori risultati si ottengono soltanto con la piena collaborazione del paziente.
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