Un gruppo così se lo augurano tutti coloro che operano nel trattamento delle dipendenze. Si, perché il fumo di sigaretta altro non è che una dipendenza da trattare. 
Inutile pensarlo, infatti, come un'espressione di piacere: è una dipendenza. Assurdo dichiararlo una manifestazione di libertà interiore: è una dipendenza. Così proclama, infatti, il grande vangelo delle malattie mentali, il DSM IV. 

Noi dell'Associazione Nell'attesa lavoriamo, come molti sanno, in questo campo già dall'anno scorso. Conduciamo gruppi di auto-aiuto finalizzati alla disassuefazione dal tabacco. 

La metodologia è la più seria: l'abbiamo appresa dai massimi specialisti italiani, il gruppo che fa capo al prof. Mangiaracina di Roma. Le riunioni sono per tutti un momento di apprendimento, di istruzione e di scambio. Si condivide il medesimo problema, il fumo, e si apprende il modo per non toccare più una sigaretta per tutta la vita. 

Il gruppo che abbiamo in corso è davvero sorprendente: persone motivate, di spessore umano, ma, soprattutto, persone puntuali, serie, e - non guasta - simpatiche. A noi è sembrato fossero tutti svizzeri, talmente si sono dimostrati puntuali durante il percorso effettuato. Tra loro ci sono fumatori da 15, 20, 30 e perfino 40 sigarette al giorno. Tutti, tutti hanno, fino ad oggi, seguito il programma, alcuni soffrendo un po', altri trovando modi molto personali per essere aderenti e vincenti. Un signore maturo ha definito il suo sogno di non fumare come un "miracolo", talmente difficile pareva: il miracolo è in corso, essendo già una settimana e oltre che si è liberato dell'ultimo pacchetto di sigarette! Ancora non ci crede… Un altro, un professore noto per avere sempre la sigaretta in bocca, ha osato dire, con autoironia, che non è mai stato fumatore. A lui è sembrata una frase solo provocatoria, ma noi ci siamo compiaciuti, perché tale affermazione nasconde il desiderio di cambiar radicalmente vita. 

Si, perché di questo si tratta. Noi non chiediamo solo di smettere di fumare, ma di cambiare stile di vita. La salute è globalità, mai parzialità. Non possiamo dichiarare di star bene finchè non acquisiamo equilibri che ci coinvolgono totalmente. E in questa nuova filosofia il nostro gruppo sta bene. Talmente bene che si dichiara felice di incontrarsi, anche tra persone che fino a due settimane fa erano sconosciute. Sono sbocciati proposte e programmi alternativi, come passeggiate naturali, momenti di incontro per nuove iniziative sul campo, ma anche pizze, cene e - se possibile - tango! 

Tutto questo può essere possibile quando un'iniziativa nata per recuperare salute, allontanandosi da abitudini, pericolose incontra persone autentiche che vogliono vivere davvero.