Il problema della perdita dell'udito diventa sempre più considerevole nel nostro Paese. Si tratta di un disturbo che registra una sensibile percentuale di crescita ogni anno. Ad essere colpiti da ipoacusia sono, in particolar modo, i giovani, a causa delle cattive abitudini di vita riguardanti l'esposizione continua e prolungata a forti rumori (ascolto di musica ad alto volume in auto, in discoteca, con gli auricolari).
"La maggior parte delle ipoacusie sono di tipo traumatico (incidenti stradali, rumori)", spiega il Dott. Mario Zancla Candido, specialista in otorinolaringoiatria e patologie cervico-facciali, che abbiamo sentito nel suo studio.
Quali sono le cause della sordità infantile?
"Le più diffuse sono quelle prenatali e sono legate ad infezione virale o batterica, contratte dalla madre durante la gravidanza, come la rosolia, per esempio, nel periodo dello sviluppo dell'orecchio nel feto, o la toxoplasmosi. La parotite è la causa più frequente delle sordità che colpiscono i bambini. Ma possono anche esservi cause ereditarie, ovvero, cause che possono presentarsi al momento della nascita, o successivamente. Può anche essere causa di sordità infantile un'anossia (cioè l'asfissia nel periodo pre e post-partum del bambino, ndr) del bambino all'atto della nascita”.
E nei giovani?
"Nei giovani, invece, le cause sono generalmente di tipo traumatico: incidenti stradali e, principalmente, danni da rumore. Patologie che un tempo erano molto comuni tra coloro che si trovavano a svolgere lavori in ambienti fortemente rumorosi e senza l'odierna copertura prevista dalla legge (lavoratori dei cantieri navali, i fabbri, ecc…), oggi vedono, invece, i giovani tra i soggetti più a rischio per lo stile di vita (comune a molti di loro) che li porta ad esporsi a soglie elevate di rumori (la sera in discoteca, ascolto di musica ad alto volume) con serissimi danni all'udito".
Quanti sono i casi annui che generalmente tratta?
"E' difficile quantificarli, ma il 10- 20 per cento di sordità riguarda i giovani".
Come si manifestano i problemi d'udito causati da inquinamento acustico?
"Dal rumore possono derivare due tipi di problemi: il trauma acuto (in genere improvviso) e il trauma cronico. Il primo è quello causato da uno sparo, lo scoppio di una bomba, botti o petardi, ascolto di musica ad alto volume in discoteca, in auto, con gli auricolari (comune è, in questo caso, l'uso del termine "intronato" nel definire il giovane stordito all'uscita dalla discoteca, per esempio), che determinano il classico ronzio all'orecchio (acufene) con conseguente abbassamento dell'udito. Più ci si sottopone continuamente al trauma, più si corre il rischio di diventare completamente sordi; in certi casi, se è piuttosto violento, può essere sufficiente un solo trauma per perdere l'udito".
Qual è la parte dell'orecchio che viene maggiormente colpita dai traumi, e quali le terapie?
"La coclea. La sordità riguardante questa zona dell'orecchio è una sordità periferica. I traumi acustici, se vengono presi tempestivamente (entro 24- 48 ore), possono regredire in parte anche grazie all'intervento con farmaci cortisonici, vasoattivi ed antinfiammatori vari, consigliati dal medico, da caso a caso, con dosaggi adeguati. Il mio consiglio, da medico e specialista, è di evitare di sottoporsi a rumori violenti ed usare opportune protezioni (cuffie, tappi, ecc…) qualora si fosse costretti a stare in ambienti rumorosi".
Quali sono i soggetti più a rischio?
"Classicamente sono quei lavoratori esposti a rumori dovuti a macchinari connessi con la loro attività (uso di martello pneumatico, flex, lavoratori dei cantieri navali, fabbri), tamponabili però con l'uso di particolari sistemi di protezione, come le cuffie. Ma soggetti a rischio sono anche i figli di genitori sordi, o quelli cui la madre, durante la gravidanza, ha contratto qualche infezione virale, o quando si è in presenza di malattie ereditarie, ovvero se durante il parto si verifica un'anossia (frequente quella conseguente all'uso del forcipe)".
Cosa può fare un genitore per capire che il proprio bambino ha problemi d'udito?
"La mamma è la prima persona ad accorgersi che il proprio bambino ha qualcosa che non va. E' risaputo che il bambino è particolarmente ricettivo a qualunque stimolo sonoro o visivo. Lo dimostra il fatto che si giri prontamente verso la fonte che li genera. Quando ci si accorge, invece, che il bambino sembra disattento, non si gira quando lo si chiama, o non ha alcuna reazione se improvvisamente sbatte la porta o quando un oggetto metallico cade a terra, o non sembra particolarmente coinvolto dai giocattoli sonori: sono tutti casi che devono destare sospetto. In età scolare, inoltre, un bambino che presenta problemi d'udito si distrae facilmente
perché non riesce a seguire bene quel che si dice e scrive male perché recepisce male, perché non sente bene".
A che età è possibile effettuare una diagnosi e il trattamento?
"Già alla nascita. Gli esami, consistono nei cosiddetti screening neonatali: si tratta di test oggettivi che tengono conto dell'attività comportamentale del bambino ad alcuni stimoli indotti".
Quali sono i casi che vanno sottoposti a screening?
"Lo screening acustico neonatale è consigliato soprattutto nei casi a rischio di sordità, ossia nei bambini nati da genitori sordi, in presenza di malattie ereditarie, o in caso di anossia durante la nascita, o nel caso in cui si noti una mancata reazione del bambino agli stimoli sonori".
Quanto una disfunzione uditiva influisce sullo sviluppo cognitivo e del linguaggio del bambino?
"Tantissimo. Infatti, oggi c'è la tendenza a protesizzare i bambini il più presto possibile. Prima ci si accorge che c'è un problema uditivo, prima si deve intervenire. L'intervento sarà di tipo protesico o con impianto cocleare a seconda dell'entità del danno. Il primo è preferibile nei bambini piccoli, ma si ricorre al secondo quando ci si trova di fronte a sordità totale interessante la coclea, ovviamente".
Chi ha subito un trauma a quali visite deve sottoporsi?
"Innanzitutto a una visita otorinolaringoiatrica e poi a esami uditivi, come quello audiometrico, quello impedenzometrico e altri che sarà lo specialista a consigliare".
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