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Carta di credito rubata? Tocca all'esercente controllare che la firma sia autentica | ||||
a cura dell'Ufficio stampa della Fondazione Rosselli | ||||
Se vi rubano la carta di credito e fanno spese a vostro nome, da oggi avete un'arma in più di difesa. Secondo i giudici che hanno deliberato sul caso di una signora siciliana, toccava ai negozianti presso cui i ladri avevano fatto acquisti verificare che la firma sullo scontrino fosse autentica, cioè uguale a quella sulla carta.
Della sentenza ha parlato Alessandro Palmigiano - avvocato esperto nella tutela dei consumatori e presidente del Centro di ricerca Det (Diritto, economia, tecnologia) della Fondazione Rosselli - nell'ambito del congresso "La Sicilia per i consumatori", organizzato dall'ufficio per la Tutela dei consumatori della Regione siciliana. Presenti al convegno tra gli altri il presidente del Consiglio regionale dei consumatori e utenti, Angelo Capitummino, la rappresentante italiana nel Consiglio dei consumatori nell'UE, Anna Bartolini, il segretario generale della Regione Siciliana, Pier Carmelo Russo. Nel caso della carta di credito rubata, la società emittente della carta si rifiutava di risarcire alla signora i 1.500 euro di spese fatte dai ladri e il giudice l'ha, invece, condannata. La sentenza è stata appena pubblicata nella raccolta di giurisprudenza siciliana in materia dei consumatori, realizzata dall'Ufficio tutela dei consumatori della Regione con la collaborazione della Fondazione Rosselli grazie ai finanziamenti trasferiti ogni anno dal Ministero dello Sviluppo economico (e provenienti dalle multe antitrust). La casistica della raccolta è sconfinata e rappresenta uno spaccato di vita siciliana. Vi sono casi di disservizi telefonici, problemi con le banche, investimenti andati male, viaggi di nozze rovinati da disservizi aerei e altro ancora. Fra le tante sentenze, curiosa quella di un consumatore che ha ricevuto 100 euro di risarcimento perché la società costruttrice aveva tenuto in riparazione per ben due mesi il televisore appena acquistato. Anche in questo caso la sentenza fa giurisprudenza, e rappresenta un'arma nelle mani di chi affida un elettrodomestico da riparare a una società e deve fare i conti con tempi-lumaca. |
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