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La prevenzione nei traumi sportivi del ginocchio, quando il buon senso non guasta mai

In quest’articolo, si cercherà di illustrare le principali metodiche preventive attuabili, al fine di evitare e limitare gli infortuni del ginocchio durante la pratica sportiva. È utile ricordare come la maggiore incidenza dei traumi sopra citati sia riferibile, statisticamente, alle attività sportive quali calcetto, calcio e sci, in ordine d’incidenza. La superficie più deleteria, in riferimento alle prime due attività, è in assoluto il cemento, rigorosamente da evitare, che risulta essere elemento determinante nella causalità infortunistica. Le superfici da preferire (ciò vale anche in senso generale) sono la terra battuta e l’erba, anche sintetica. Numerosi studi clinici biomeccanici, in tale senso, confermano quanto detto. L’importanza di una corretta calzatura sportiva (scarpone o sci), è superflua da ricordare, a livello tecnico, con accorgimenti. Questi ultimi vanno da correzioni antipronatorie lievi o moderate ad accenni di rialzo di scarico achillei, previo podoscopie generali, fatte presso le rivendite che, ormai, quasi tutte sono attrezzate in tale senso. Se il livello di attività è agonistico, o particolarmente intenso, un’analisi posturale presso specialisti è d’obbligo (Podoscopia e baropodometria) al fine di individuare gli accorgimenti tecnici con i quali realizzare un plantare che dia efficienza e sicurezza al gesto sportivo. Ricordiamo che ciò è utile anche per il mantenimento della salute della colonna vertebrale, essendo i piedi il mezzo di contatto col “mondo”, e rappresentando essi degli importantissimi “recettori posturali”. Il ruolo primario nella prevenzione degli infortuni, ciò premesso, è determinato dall’efficienza della muscolatura flesso-estensoria del ginocchio e da programmi di propriocezione appositamente elaborati. Le più recenti linee guida, indicano l’utilizzo dell’Isocinetica, come un mezzo assai utile sia al fine di realizzare programmi preatletici (Preparatori) sia al calcio che allo sci, che a fine riabilitativo. In genere, si procede in entrambi i casi con dei test d’ingresso intermerdi e conclusivi, che attestino che i parametri riguardanti la muscolatura del ginocchio (Prevalentemente Estensioria e flessoria) siano in stato di efficienza e “Condizionate” ossia preparate a ricevere un stress consistente. I gruppi muscolari coinvolti devono essere tonici e potenziati, elastici, nei limiti della fisiologia, e bilanciati. Essi sono in prevalenza il quadricipite femorale (con maggiore incidenza di lavoro sull’obliquo mediale), gli ischiocrurali, e il bicipite femorale posteriormente. Si avrà particolare cura al bilanciamento tra questi gruppi che è dato dal corretto rapporto di lavoro tra il rinforzo e lo stretching, sia in senso quantitativo ma ancora di più qualitativo. I gruppi posteriori hanno una generale tendenza all’accorciamento strutturale e funzionale, perché sono fortemente posturali ed antigravitari. Gli anteriori hanno una generale tendenza allo scarso tono e trofismo dato, spesso, dall’inattività fisica e dalla sedentarietà. Il bilanciamento di queste due componenti, in un piano di potenziamento preatletico, può ridurre gli infortuni del ginocchio del 50%. I maggiori infortuni che beneficiano di programmi preventivi sono sicuramente la rottura del legamento crociato anteriore e dei menischi mediale e laterale. Il legamento crociato posteriore è statisticamente meno coinvolto. Ricordiamo che “tali programmi riducono anche le patologie muscolari traumatiche quali stiramenti e contratture”. Rivolgetevi sempre a personale qualificato in palestra per la prevenzione, e allo specialista (medico sportivo, ortopedico, fisiatra), per dolore continuo anche di lieve entità, in sede articolare. In particolare, se il dolore compare durante uno sforzo ripetuto, spesso rappresenta un’importante campanello d’allarme, anche se non localizzabile dal paziente in modo circostanziato, e come già detto di lieve entità. In conclusione, occorre precisare che un serio programma preventivo, preparatorio allo sci o al calcetto o al calcio, non può essere inferiore alle 6-8 settimane in alcun modo, con una cadenza d’allenamento almeno bisettimanale.
Massimiliano Squillace
Chinesiologo

di Massimo Squillace - Chinesiologo

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