Da secoli, questo frutto è sempre rappresentato nelle stampe, dipinti e maioliche, simboleggiando la Sicilia, perché è una pianta che cresce spontaneamente nei territori del mediterraneo, grazie alle condizioni climatiche, ma le suo origini sono messicane. Il Fico d’India è originario dell’America ed è stato introdotto in Europa dopo la scoperta del Nuovo Continente. Grazie alla sua elevata adattabilità, si è diffusa, oltre all’America centrale e meridionale, in Sud-Africa e nel Mediterraneo (in Sicilia è oggetto di coltura specializzata). I pregi del frutto sono legati a vari motivi, poiché le pale di ficodindia non hanno bisogno di essere trattate con antiparassitari e pertanto i suoi frutti possono essere considerati naturalmente “biologici”. Tuttavia, le qualità migliori di questi frutti sono rappresentate dalle sue proprietà terapeutiche tanto che consumare fichidindia rappresenta un’ottima cura naturale per l’intero organismo. Tra le più importanti proprietà del ficodindia si segnala quella depurativa, ottima per aiutare l’espulsione dei calcoli renali, e quella coadiuvante nella cura dell’osteoporosi grazie alla quantità di ferro, calcio e fosforo contenuti in questo frutto.
Ha un fusto costituito da cladodi (pale) succulenti in grado di compiere la fotosintesi clorofilliana, da piccole foglie caduche e da numerose spine, molto piccole, disposte intorno alle gemme. Il Fico d’india contiene fibre, carboidrati, carotenoidi (betacarotene, luteina), minerali (calcio, potassio e magnesio), aminoacidi e vitamina C, mentre nei semi contiene proteine e lipidi. I frutti, ricchi di glucosio e fruttosio, sono privati dei semi e consumati crudi, oltre a essere usati per marmellate, distillati, sciroppi, canditi, farine, oppure sono conservati, dopo averli seccati al sole. Dai semi si estrae un olio commestibile e anche le foglie possono essere mangiate fresche, in salamoia, sottaceto, candite e sotto forma di confettura. Il frutto è utilizzato per la produzione di creme umettanti, saponi, shampoo, lozioni astringenti e per il corpo. Sempre il frutto, polverizzato, entra nella composizione di talco profumato. In erboristeria, la pianta entra in vari composti utilizzati per diete dimagranti e, come integratore alimentare, nell’alimentazione degli sportivi. L’applicazione diretta della polpa delle foglie su ferite e piaghe costituisce un ottimo rimedio antiflogistico (previene e combatte le infiammazioni), cicatrizzante su ferite e ulcere cutanee (un po’ come l’aloe), Del resto, è un vecchio rimedio della tradizione siciliana, utilizzato ancor oggi nella cultura contadina. Nella medicina popolare le giovani foglie, riscaldate al forno, sono utilizzate come emollienti e applicate sulla pelle come impacchi, mentre, un tempo, i marinai la usavano contro lo scorbuto per il suo contenuto di vitamina C.
Dott. Girolamo Calsabianca
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