Il nuoto è l’attività motoria che permette il galleggiamento e il moto del proprio corpo nell’acqua. La sua storia trova le sue origini sin dall’antichità e le prime testimonianze risalgono al periodo preistorico. “Nella Caverna dei nuotatori” sull’altopiano del Gilf Kebir in Africa, sono state rinvenute delle pitture rupestri rappresentanti uomini che eseguono movimenti simili a quelli degli attuali stili del nuoto. Il nuoto è sempre stato inserito nel programma olimpico fin dai Giochi della prima Olimpiade di Atene del 1896 e il nuoto competitivo in Europa ebbe inizio attorno al 1800. In più, lo stile di nuoto “Crawl” fu introdotto nel 1873 da John Arthur Trudgen, il quale aveva appreso questa tecnica dai nativi del Sud America durante un suo viaggio in Argentina.
Nuotare è un esercizio aerobico, impegna quasi tutti i muscoli del corpo in maniera globale e funzionale, senza sovraccaricare nessuna parte specifica, perché il corpo stesso si muove in un ambiente rilassante ricettivo. È una delle migliori forme di esercizio e permette di migliorare diverse componenti fisiologiche come la forza e la resistenza cardiovascolare e muscolare. I benefici di questa disciplina sportiva sono pienamente riconosciuti, poiché favorisce la salute, la longevità e il benessere psicofisico, aiuta a perdere peso senza gravare in maniera dannosa sulle ossa e sulle articolazioni, rassoda la massa muscolare. Inoltre, espande la gabbia toracica, migliora la coordinazione motoria, la funzione cardiaca e respiratoria, riduce la spasticità, combatte la cellulite, riduce gli effetti dannosi dello stress. Praticato regolarmente fin dalla più tenera età, il nuoto permette uno sviluppo armonico del corpo, tranne nel caso della presenza di scoliosi negli adolescenti dove la sua azione può essere controproducente secondo studi moderni emersi di recente. È, inoltre, un’attività intrinsecamente divertente e allo stesso tempo rilassante, il che non guasta in tempi come quelli moderni, in cui sedentarietà e obesità regnano sovrani. Tanti aspetti positivi quindi che aiutano a scegliere il nuoto come sport o come semplice passatempo da praticare in mare o in piscina, soprattutto quando si tratta di smorzare l’afa e la calura della bella stagione. Molti sono gli elementi che lo rendono uno “sport speciale” primo fra tutti, la cornice nella quale s’inserisce e che lo caratterizza, “l’acqua”. Galleggiare, lasciandosi cullare dalle onde facendosi sorreggere dall’acqua, permette al corpo di raggiungere facilmente il massimo relax. Per cominciare a nuotare non c’è limite d’età, perché nuotare bene è possibile a tutte le età anche in quella avanzata. È proprio con gli anziani che si possono raggiungere ottimi risultati e notevoli benefici dalla pratica di questa disciplina sportiva, sia che si segua l’indirizzo amatoriale (nuoto per piacere personale e salutistico), sia che si rincorri quello agonistico (master). Per una pratica di apprendimento o amatoriale, con le tecniche e le metodologie giuste, è sufficiente un’ora di nuoto con una frequenza bisettimanale. Questa frequenza si può ampliare a 3 volte la settimana per i ragazzi di 10/14 anni e può arrivare a 4 ore al giorno, ma mai prima dei 16 anni, a livello agonistico. Il consiglio per il principiante o l’agonista è sempre lo stesso, quello di affidarsi ad un bravo tecnico o ad un allenatore che corregga costantemente le tecniche di nuotata. Il “fai da te” forse consente di risparmiare qualche euro, ma spesso può portare ad acquisire impostazioni errate che diventano, poi, difficili da correggere. Gli stili ufficiali del nuoto sono lo stile libero, dorso, il delfino e la rana, mentre i misti sono la combinazione dei quattro stili ufficiali. Il Crawl è uno degli stili non ufficiali del nuoto, definito anche il “principe degli stili”, ed è quello principale utilizzato nelle gare a stile libero. In uso fin dall’antichità, è considerato, attualmente, la forma che garantisce all’essere umano di muoversi dentro l’acqua nel modo più efficace ed economico possibile. Ogni stile si compone per la bracciata di due fasi alterne, quella attiva e quella passiva. Nella fase attiva dà propulsione, solitamente si usano le mani come se fossero delle pale e si sbattono le gambe in modo da spingere l’acqua lontano dal corpo, mentre la fase passiva serve a recuperare gli arti. La fase attiva si divide a sua volta in tre fasi, l’appoggio o presa, dal momento in cui la mano entra in acqua fino a quando entra nella fase successiva, la trazione, ovvero la fase in cui la forza esercitata dal nuotatore è prevalentemente orientata parallelamente al suo corpo e la spinta, ossia la fase in cui si lascia indietro la massa d’acqua. La rana fa eccezione a questa suddivisione, giacché è l’unico stile che non presenta la fase di spinta. Il dorso e le gambe devono essere tenute parallele il più possibile alla superficie dell’acqua, poiché le gambe afflosciate e torso inclinato possono aumentare notevolmente la resistenza dell’acqua. Oggi, il ruolo del nuoto in ambito terapeutico è stato ridimensionato, poiché è, principalmente, un’attività ludico-ricreativa e sportiva. Si tratta di uno sport utile per la prevenzione e cura di molte patologie, nella riabilitazione e nella disabilità. Ciò avviene, perché la densità del corpo umano è all’incirca simile a quella dell’acqua, per cui il corpo è sostenuto da questa a vantaggio delle ossa e delle articolazioni. Inoltre, poiché la resistenza al movimento dipende dalla sua velocità, ciò permette una calibrazione degli esercizi in base alle capacità di ciascuno. Il nuoto conserva una forte valenza nell’autismo, poiché l’attività motoria in acqua offre al bambino un’occasione per sperimentare la sicurezza e la fiducia in un ambiente facilitato dalla ridotta azione della gravità. Una volta superata la paura, l’immersione offre una situazione di rumori ovattati estremamente accattivante per i bambini autistici. L’acqua accoglie, sostiene, culla, diverte, permette di accorciare le distanze tra le persone e stimola l’interesse per nuovi apprendimenti favorendo una progressiva crescita del senso di autonomia.
Lidia Mazzola
Chinesiologo UNC
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