Dai racconti dei nonni alle memorie che riescono a sopravvivere nella storia, ci si accorge che i tesori di un tempo oggi sono banalizzati, sia nel loro stesso valore che nei mercati e di conseguenza per l’economia. A cavallo tra le due guerre mondiali si è anche assistito alla rivalutazione dei latifondi e alla spartizione delle terre da coltivare per il sostentamento della società civile. Si diceva che chi possedesse un agrumeto, era un ricco e poteva sostentare la famiglia con le rese che la terra gli dava coltivandola. Oggi chi ha un agrumeto, o lo tiene incolto o ritaglia risorse economiche dal redito familiare per mantenerlo appena. La premessa vuole dare giuste effigi alla memoria dei nostri padri e del grande amore nel coltivare la terra o di farne scienza dai loro frutti, ed di uno in particolare che riteniamo utile parlarvene, il Limone. La pianta del limone ha origini in Birmania, dove si trova allo stato selvatico, poi ha attraversato il Medio Oriente, la Mesopotamia, la Palestina, fino al Mediterraneo, dove ha trovato le condizioni ottimali per il suo sviluppo. Nel Cinquecento e nel Seicento, durante il regime monopolistico baronale delle coltivazioni di agrumi, l’utilizzo dei limoni continuò a rimanere confinato nella preparazione di cibi di lusso. Iniziò a essere coltivato in maniera intensiva nel siracusano a partire dal XVII secolo, grazie all’opera dei Padri Gesuiti, esperti coltivatori. A dispetto dei fenomeni di urbanizzazione e industrializzazione verificatisi dal secondo dopoguerra, la coltura del limone è stata tutt’altro che abbandonata nel territorio, però, oggi solamente nel territorio siracusano ne è rimasta una buona evidenza. Grazie alle sue caratteristiche qualitative, il limone è utilizzato anche in ambiti diversi dalla commercializzazione del frutto fresco. Essi riguardano, in particolare, i settori alimentare, medico-scientifico, cosmetico e profumiero, che si approvvigionano di succhi e oli essenziali attraverso le aziende di trasformazione. In campo medico, il limone è protagonista di uno studio clinico che intende dimostrare l’efficacia del succo di limone nella prevenzione della calcolosi renale nei soggetti predisposti alle forme recidivanti. Tradizionalmente, il citrato di potassio risulta essere l’unico farmaco in grado di ridurre la formazione dei calcoli renali, impedendo la precipitazione dei cristalli di ossalato di calcio, responsabili della formazione dei calcoli. Lo studio, attualmente in corso presso l’unità di nefrologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo, è frutto di una collaborazione tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” e il Consorzio di tutela del limone di Siracusa. È generalmente noto che il consumo di agrumi tende a proteggere il nostro organismo da patologie come l‘influenza. In realtà, le virtù anti-influenzali degli agrumi, e del limone in particolare, rappresentano solo uno degli aspetti benefici di questo frutto ricco di energia. In particolare, il limone abbassa l’acidità del corpo, poiché la maggior parte dei cibi che mangiamo quotidianamente, alza l’acidità del nostro organismo, che si sforza invece di mantenersi sempre leggermente basico. Gli acidi organici contenuti nel limone (come l’acido citrico e l’acido malico) agiscono nel sangue nel senso inverso, cioè con reazioni che abbassano l’acidità del corpo perché liberano carbonati e bicarbonati, sostanze tampone che regolano il pH del sangue. Le patologie che possono scaturire da un’eccessiva acidità corporea sono innumerevoli e per questo riportare i tessuti a livelli leggermente alcalini è utile, costa poco e rende molto. Il succo di limone diviene, così, un ottimo aiuto nella digestione. L’acido citrico contenuto nel succo, sotto forma di sale di sodio o di potassio, svolge un potente effetto antiacido nello stomaco, perché neutralizza l’acido cloridrico in eccesso e pulisce l’intestino. Il limone, inoltre, abbassa il colesterolo, perché la vitamina C e i citroflavonoidi intervengono rispettivamente nella trasformazione del colesterolo in acidi biliari e nella produzione dei suoi precursori. La tangeritina contenuta nella buccia riduce la concentrazione dei precursori delle LDL (lipoproteine a bassa densità, conosciute come “colesterolo cattivo”), favorendo una riduzione dei grassi nel sangue e diminuendo il rischio di malattie cardiovascolari. Oltre a tutto, depura il fegato, giacché il limone è un meraviglioso stimolante per il fegato ed è anche un buon solvente dell’acido urico e di altri veleni. Inoltre, aiuta gli occhi, visto che la rutina e la vitamina B2 svolgono un ruolo importante nel mantenimento di una buona salute della struttura oculare e nel miglioramento dei sintomi di alcune patologie dell’occhio. Infine, idrata e ammorbidisce la pelle, in quanto la vitamina C svolge un ruolo fondamentale nella formazione delle fibre di collagene, una delle proteina strutturali più importanti del nostro corpo. Per questo motivo il succo di limone mantiene la pelle in buona salute e svolge un ruolo importante nei processi di ossificazione e per la guarigione delle ferite.
Dott. Girolamo Calsabianca
Tags alleato corpo limone salute