Epatite C e cirrosi, la prima rete italiana “hub & spoke” che si integra con il web

Fabio Cartabellotta: “In Sicilia 20 mila nuovi casi diagnosticati, che oggi potrebbero giovarsi delle nuove terapie antivirali, con equità di accesso e una scala di priorità”

Sarà la prima rete in Italia di tipo Hub & Spoke a integrare un modello di comunicazione capillare, grazie a Internet. Una rete nella rete, dunque, per rendere più efficace ed efficiente il trattamento dell’epatite cronica e della cirrosi dal virus dell’epatite C (HCV). Il modello Hub & Spoke, letteralmente “mozzo e raggi”, serve alla gestione condivisa dei pazienti con malattia complessa, dove gli spoke, ovvero gli ospedali periferici presenti sul territorio, indirizzano i soggetti ai centri regionali di alta specializzazione (hub). La rete, che è partita da circa un anno, ha già consentito di trattare con appropriatezza i pazienti con malattia epatica grave e oggi si arricchisce del progetto web che sarà presentato giovedì 26 giugno a Caltanissetta, nella sede del Cefpas, il Centro per la formazione permanente e l’aggiornamento del personale del servizio sanitario. “Rispetto agli altri quattro esempi di Hub & Spoke presenti in Italia – afferma Fabio Cartabellotta, medico epatologo coordinatore del network e dirigente medico dell’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo – la rete siciliana è il primo caso di implementazione di un modello di comunicazione via web, grazie al quale sarà possibile conoscere i percorsi diagnostici e terapeutici definiti dal documento tecnico e delle linee guida regionali, e attraverso il quale i centri comunicheranno tra loro garantendo appropriatezza ed equità di accesso a tutti i pazienti che necessitano della terapia”. I modelli delle reti integrate e Hub & Spoke sono strumenti innovativi, capaci di ottimizzare al tempo stesso l’assistenza del paziente e la gestione delle risorse economiche del sistema sanitario. Per questo motivo sono stati previsti dall’assessorato alla Salute della Regione Sicilia nel “Piano della salute 2011-2013”, fortemente voluti dall’assessore alla Salute Lucia Borsellino e promossi da Maria Grazia Furnari, dirigente responsabile dell’Area interdipartimentale 2 – Ufficio del piano di rientro. L’assessorato ha già individuato 16 centri Hub di alta specializzazione in Sicilia, mentre i centri Spoke saranno identificati nell’incontro del 26 giugno, al fine di rendere la rete la più capillare possibile. La responsabilità scientifica della rete è affidata ad Antonio Craxì, professore di Medicina interna e gastroenterologia all’Università di Palermo e direttore dell’unità di Gastroenterologia al Policlinico Paolo Giaccone del capoluogo siciliano. “L’infezione cronica da virus dell’epatite C è ancora oggi un problema di salute pubblica rilevante in Sicilia – afferma ancora Fabio Cartabellotta – Si può stimare che nell’Isola risiedano circa 20 mila cittadini con una diagnosi di epatite cronica che necessitano di terapia. Con l’introduzione dei nuovi farmaci inibitori delle proteasi del virus C, che riescono ad eliminare il virus dal fegato – spiega il dottor Cartabellotta – c’è un notevole miglioramento dell’efficacia del trattamento, ma al contempo un consistente incremento dei costi, che obbliga i medici a migliorare l’appropriatezza dei trattamenti e a definire scale di priorità, tanto più in un momento di spending review”. Il sito del progetto che costituisce un sito istituzionale per addetti ai lavori è www.retehcvsicilia.it dove saranno disponibili tutte le informazioni raccolte.
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