POS
POS

Bancomat o Carta di Credito?

È partito da una settima l’obbligo del POS (Point of sale-punto di saldo), dispositivo elettronico che consente di accettare pagamenti tramite carta di credito o Bancomat. Il servizio bancario permette ad un esercente commerciale e, oggi, anche ai medici e agli specialisti di incassare direttamente sul proprio conto corrente i pagamenti. Infatti, non si vedrà più solamente al supermercato, poiché da una settimana è scattato l’obbligo di Pos negli studi medici. Il decreto obbliga tutti gli esercizi commerciali e le attività professionali (medici compresi) a dotarsi di Pos per i pagamenti superiori ai 30 euro. Tuttavia, non è prevista alcuna sanzione per chi non si adegua poiché la norma non prevede multe per chi continua a farsi pagare alla vecchia maniera. Da quando è arrivato l’euro, la lira si è dimezzata e di soldi se ne vedono sempre meno, adesso si deve cominciare ad abituarsi a non vederli più. Addio alla carta, anche questa è una disposizione che c’è richiesta di realizzare, non si pagherà più in contanti. Esercizi commerciali e studi professionali, compresi quelli dei medici, quindi, dovranno munirsi dei POS per il pagamento elettronico. Oltre a tutto, è appena entrato in vigore il decreto, ma già fa acqua da tutte le parti. Ad oggi non si è capito perché lo si chiama obbligo, quando non sono previste sanzioni per chi non si adegua. In molti, quindi, potrebbero decidere di lasciar perdere, anche per risparmiare sulle spese di commissione che si aggirerebbero intorno ai 1.200 euro l’anno in media a totale carico dell’esercente o professionista.
La questione dei costi di commissione è oggetto di forte e acceso dibattito, ma, in assenza di sanzioni, il provvedimento, nato con l’intenzione di abbattere l’evasione fiscale delle piccole attività, dalla visita medica alla prestazione dell’artigiano a domicilio, diventa vana. L’intento del fisco è sicurante cosa buona e giusta, rilevando che, se le tasse le paghiamo tutti, il carico fiscale scende. D’altro canto, ciò toglierebbe il beneficio dello sconto che è consueto quando la prestazione non è fatturata, ma a pagarne è sempre l’utente. Forse tale norma potrebbe essere incisiva e regolatoria, se a questa si accompagnasse l’abbattimento delle spese di competenza bancaria, e vi fosse l’obbligo di rendere pubblici i tariffari per le prestazioni. In questo modo, si eviterebbe di cannibalizzare ulteriormente il consumatore, ancor peggio quando si parla di salute. Come diceva il nostro caro Totò “e io pago”.
Dott. Girolamo Calsabianca

di Dott. Girolamo Calsabianca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *